Dopo giornalisti e disegnatori, anche i doppiatori professionisti rischiano di restare senza lavoro per colpa dell’intelligenza artificiale: a lanciare l’allarme sono alcuni di quelli assunti da una società di narrazione di audiolibri chiamata Findaway, i quali sostengono di non essere stati adeguatamente informati di una clausola contrattuale che hanno accettato e che alla fine avrebbe consentito ad Apple di usare le loro voci per addestrare un sistema AI nel loro stesso lavoro.
Il sistema AI di Apple per creare audiolibri
Il fatto si riallaccia alla notizia di inizio anno, quando Apple un po’ a sorpresa ha lanciato una serie di audiolibri su Apple Books narrati da voci generate da intelligenza artificiale; secondo editori e doppiatori professionisti ciò starebbe togliendo loro un’importante fonte di reddito, obiezione a cui Apple si sarebbe difesa specificando di essere ancora impegnata con gli artisti.
Non sostituisce i professionisti, per ora
Per il momento quelli narrati dall’AI infatti sono soltanto libri per i quali assumere un attore sarebbe stato troppo costoso: si tratta cioè di libri a bassa diffusione, principalmente autopubblicati o di piccole case editrici. Fino all’avvento dell’AI la stragrande maggioranza di questi ebook e libri non avrebbe mai ottenuto una versione audiolibro.
I timori
Il fatto che le nostre voci vengano utilizzate per addestrare qualcosa che poi prenderà il nostro posto suona come una violazione – denuncia Andy Garcia-Ruse riportato da Wired, uno dei narratori assunti dalla sopracitata società acquisita da Spotify lo scorso giugno, puntando il dito contro la clausola che darebbe ad Apple il diritto di «utilizzare i file degli audiolibri per l’addestramento dei modelli di machine learning».
Quel che appare poco chiaro è il fatto che questa clausola parrebbe essere stata aggiunta in un secondo momento perché – dicono – al momento della firma dei contratti non sarebbe stata loro segnalata esplicitamente. Del caso adesso si starebbe occupando il SAG-AFTRA, il sindacato degli attori, che starebbe «lavorando con Findaway per trovare una soluzione che riconosca le preoccupazioni» dei loro iscritti.
Secondo Jane Love, direttore nazionale del sindacato che si occupa del segmento audiolibri, i principali timori riguarderebbero «l’archiviazione sicura delle registrazioni dei dati, i limiti di utilizzo e un adeguato compenso», e si starebbe lavorando per agire retrosopettivamente in modo tale da risalire a tutti gli usi ed eventuali abusi.
Dubbi sull’applicazione retroattiva
Secondo quanto riferito, il contratto con Findaway include un’opzione che permette di revocare ad Apple il consenso d’uso del proprio lavoro. L’autrice Isobel Starling dice di aver immediatamente richiesto l’esercizio di tale diritto e la società avrebbe già presentato la sua richiesta ad Apple. Quel che non si capisce però è come Apple possa attuarlo visto che gli audiolibri sono già in vendita e allo stesso modo il sistema AI di Apple è stato comunque già istruito con questi dati che ora dovrebbe “disimparare”.
Pare che oltre a commettere errori (vedi Google e Microsoft) i sistemi AI possono avere anche le allucinazioni. In questo articolo trovate gli otto lavori e categorie di professioni che più rischiano di essere sostituiti da sistemi AI come ChatGPT. Tutte le notizie che parlano di Intelligenza Artificiale sono disponibili a partire da questa pagina di macitynet.