Apple accusata di aver tentato di indebolire un disegno di legge contro il lavoro forzato che imporrebbe alle aziende statunitensi l’obbligo di garantire che nessuna pedina della catena di fornitura venga coinvolta in tali abusi. Il disegno di legge mira a porre fine all’uso del lavoro forzato nella regione cinese dello Xinjiang.
La legge uigura sulla prevenzione del lavoro forzato è ora giunta al Senato. Il mese scorso Apple ha arruolato una società di lobbying per impegnarsi con il Congresso, ma al momento non è stata fornita alcuna spiegazione sulle finalità di tale intervento.
Le società statunitensi sono legalmente obbligate a divulgare l’uso di società di lobbying quando tentano di influenzare la legislazione, ma non sono tenute a dichiarare il risultato che sperano di ottenere. Un rapporto del Washington Post afferma che Apple sta cercando di indebolire le disposizioni nel disegno di legge.
I lobbisti di Apple starebbero, infatti, cercando di indebolire un disegno di legge volto a prevenire il lavoro forzato in Cina, secondo due membri dello staff del Congresso che hanno familiarità con la questione, evidenziando lo scontro tra i suoi imperativi commerciali e la sua posizione ufficiale sui diritti umani.
L’Uyghur Forced Labour Prevention Act richiederebbe alle aziende statunitensi di garantire di non utilizzare lavoratori “incarcerati o coercitivi” provenienti dalla regione prevalentemente musulmana dello Xinjiang, dove i ricercatori accademici stimano che il governo cinese abbia messo più di 1 milione di persone nei campi di internamento. Apple è fortemente dipendente dalla produzione cinese e i rapporti sui diritti umani hanno identificato casi in cui il presunto lavoro uigura forzato è stato utilizzato nella catena di fornitura di Apple.
I membri dello staff, che hanno parlato a condizione di anonimato, hanno dichiarato che Apple è una delle tante società statunitensi che si oppongono al disegno di legge così come è formulato. Hanno rifiutato di rivelare i dettagli sulle disposizioni specifiche che Apple stava cercando di abbattere o modificare, perché temevano di essere identificati. Entrambe le fonti, comunque, hanno caratterizzato lo sforzo di Apple come un tentativo di “annacquare” la legge.
Apple impone condizioni rigorose ai suoi fornitori, che ovviamente includono un divieto di utilizzo del lavoro forzato, ma la catena di approvvigionamento di Apple è complessa e un audit completo risulta particolarmente complicato. A marzo, due fornitori Apple erano implicati nell’uso del lavoro forzato nella regione.
A dire il vero, sembra poco credibile che Apple abbia tentato in qualche modo di indebolire la legislazione contro il lavoro forzato. L’azienda ha espresso in molte occasioni il proprio orrore all’idea di tali pratiche.
“Il lavoro forzato è abominevole”, ha dichiarato a più riprese Cook in un’audizione al Congresso a luglio. “Non lo tollereremmo in Apple”, aggiungendo che Apple “avrebbe interrotto un rapporto con un fornitore se avesse trovato tale pratica”.
Tuttavia, potrebbe esserci una spiegazione del perché Apple stia tentando di intervenire sulla legge. Una disposizione del disegno di legge richiede alle società pubbliche di certificare alla Securities and Exchange Commission che i loro prodotti non sono realizzati utilizzando il lavoro forzato dello Xinjiang. Se si scopre che le aziende hanno utilizzato il lavoro forzato della regione, potrebbero essere perseguite pera diverso titolo.
Considerando quanto è complessa la catena di fornitura Apple, la società non può evitare facilmente l’utilizzo di fornitori a valle con sede nella regione, ed è possibile che stia cercando di intervenire per modificare quelle parti della legge troppe rigide, al fine di consentirgli di poter indagare su eventuali reclami e adottare tutte le misure ragionevoli per impedire l’uso di lavoro forzato, senza incorrere in sanzioni drastiche.