Accordo sindacale per gli Apple Store. A rendere noto che è stato siglato tra azienda e sindacati un patto riguardante i circa 1500 dipendenti dei negozi della Mela, è la FILCAMS CGIL in una nota per la stampa.
Secondo il comunicato vengono disciplinati «l’organizzazione del lavoro per un miglioramento della produttività, della competitività e delle condizioni di lavoro» ma anche normati «la flessibilità dei contratti part time, concordata con i lavoratori, gestione dell’aumento lavorativo per i contratti full time in alcune occasioni – come nel periodo natalizio o in occasione di lancio di nuovi prodotti – ed inserimento banca ore; organizzazione lavoro domenicale, pagamento totale della malattia indipendentemente dal numero degli eventi e buoni pasto per una giornata lavorativa superiore alle 5 ore, sono le voci alla base dell’accordo, regolamentate con indennità economiche aggiuntive rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale applicato».
Secondo i sindacati si tratta di “Un accordo migliorativo, una rarità in una fase storica così difficile”, come specificato da Sandro Pagaria che per la Filcams Cgil Nazionale ha seguito la trattativa; “dopo anni di disdette contrattuali, riuscire a definire un’intesa che restituisce ai lavoratori i giusti riconoscimenti sia a livello professionale che economico, è un traguardo molto importante. I lavoratori devono essere il valore aggiunto per la competitività e produttività dell’azienda ”.
“Una flessibilità regolamentata e sostenibile è possibile, impedendo che la flessibilità non governata incida negativamente sui tempi di vita dei lavoratori.” Un accordo condiviso, frutto di un percorso democratico, attraverso il coinvolgimento di tutta la popolazione Apple con assemblee svolte in tutti gli store durante tutte le fasi della negoziazione: un semplice ma corretto metodo di relazioni sindacali, rarità nell’ultimo periodo.
L’accordo tra l’importante sindacato ed Apple è un fatto di grande rilevanza non solo per i dipendenti, ma anche nell’impianto che potremmo definire “ideologico” dell’azienda americana. Da sempre Apple è abituata a scegliere le modalità con cui gestisce i suoi negozi, il trattamento economico e soprattutto l’organizzazione, in accordo con le sue strategie e ha sempre respinto, magari con garbo ma con costanza, ogni tentativo di intavolare discussioni assembleari per raccogliere istanze sindacali. Questo ha avuto ricadute in Italia (ma anche in Francia) nel rapporto con i sindacati e con i dipendenti stessi dove non raramente sono sorti contrasti, palesi od gestiti internamente sfociati qualche volta con veri e propri scioperi. Il fatto che ora Apple abbia accettato di sedersi intorno ad un tavolo e discutere di orari di lavoro, buoni pasto e indennità economiche con un’associazione sindacale, che a sua volta ha convocato assemblee nei vari negozi, giungendo poi alla fine anche ad un accordo, è in parte sorprendente e in parte il segno, forse, dellimpronta del cambiamento introdotto da Cook, assai più flessibile e disposto al dialogo, specialmente quando si tratta di risorse umane, di chi l’ha preceduto.