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Un giudice distrettuale statunitense ha stabilito il pagamento di 506 milioni di dollari come danni causati dalla violazione di brevetti per proprietà intellettuali contestate ad Apple dalla Wisconsin Alumni Research Foundation (WARF).
La vicenda risale al 2014 e riguarda tecnologie sfruttate sui processori Ax. Come abbiamo già scritto qui, il brevetto in questione (“Table based data speculation circuit for parallel processing computer”) è stato registralo nel 1998 e riguarda un metodo per migliorare l’efficienza di un processore. La fondazione aveva nel 2008 citato anche Intel ma con la Casa di Santa Clara fu trovato un accordo l’anno seguente alla vigilia del procedimento.
Nel 2015 era stato stabilito che l’Università del Wisconsin-Madison, non poteva sfruttare il meccanismo delle sanzioni risarcitorie note come “treble damages” (una norma che consente alla corte di triplicare il risarcimento dei danni da destinare alla parte attrice). Apple era ricorsa in appello negando la violazione cercando di far indicare come non valido il brevetto chiedendo una revisione al Patent and Trademark Office ma l’organismo che si occupa di brevetti non ha voluto esaminare la questione. Il giudice William Conley ha aumentato il risarcimento in precedenza stabilito, anche se la cifra è inferiore rispetto a quanto inizialmente ipotizzata (fino a 862 milioni di dollari).