Il tribunale di Parigi ha fissato la data per un altro processo contro Apple: la causa è stata intentata dal ministero delle Finanze in Francia per presunte condizioni contrattuali abusive su App Store. Il caso sarà esaminato il 17 settembre 2021, quindi a ridosso dell’evento durante il quale l’azienda dovrebbe presentare la serie 13 di iPhone insieme agli altri annunci previsti per questa occasione.
E’ difficile che quest’azione legale contro App Store in Francia si tradurrà in una multa significativa, ma potrebbe tuttavia accadere che il tribunale costringa Apple a modificare alcuni dei suoi termini contrattuali vigenti nel Paese. In Francia infatti le leggi locali consentono al ministro delle Finanze di citare in giudizio le aziende qualora si dovessero riscontrare pratiche commerciali abusive nei contratti. Questa denuncia è stata mossa a seguito di un’indagine durata tre anni da parte dell’organismo francese di vigilanza sulle frodi dei consumatori, meglio noto con la sigla DGCCRF, che sta per direzione generale della concorrenza, consumo e repressione delle frodi.
L’accusa è stata presentata lo scorso anno quando il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, disse che Apple faceva parte di un piccolo gruppo di colossi tecnologici che «stanno raccogliendo la maggior parte dei profitti» nel Paese, come segnala Reuters. Il caso fa eco alla denuncia sporta da Epic Games lo scorso agosto riguardo le politiche di App Store, che costringono gli sviluppatori a usare il sistema di pagamenti in-app di Cupertino.
Questo per altro non è l’unico controllo che Apple sta affrontando in Francia, visto che è sotto indagine anche a seguito di una denuncia da parte dell’antitrust per quanto riguarda le pubblicità personalizzate su iOS. Apple, lo ricordiamo, è nel bel mezzo di una serie di battaglie antitrust in tutto il mondo: negli Stati Uniti ad esempio il Comitato giudiziario della Camera sta attualmente esaminando diversi progetti di legge che potrebbero costringere i giganti della tecnologia come Apple a modificare le proprie pratiche commerciali.
Proprio la scorsa settimana invece l’autorità di vigilanza sulla concorrenza del Regno Unito ha annunciato l’avvio di un’indagine ufficiale sugli ecosistemi dei dispositivi mobili, citando l’effettivo duopolio Apple-Google: «Queste due aziende controllano i principali gateway attraverso i quali le persone scaricano app o navigano sul web attraverso i loro cellulari, sia che vogliano fare acquisti, giocare, ascoltare musica in streaming o guardare la TV. Stiamo valutando se questo potrebbe creare problemi ai consumatori e alle aziende che vogliono raggiungere le persone attraverso questi dispositivi».
Come se ciò non bastasse, il Congresso degli Stati Uniti non vede l’ora di votare alcune leggi antitrust che vieterebbero la presenza di applicazioni preinstallate su iPhone. Giusto ieri lo stesso Tim Cook avrebbe contattato la presidentezza Nancy Pelosi e altri membri del Congresso esprimendo la sua preoccupazione per le incombenti legislazioni antitrust: «Queste leggi sono affrettate. Soffocano l’innovazione e danneggiano i consumatori interrompendo dei servizi sui quali fanno affidamento». A seguire, in mattinata Apple ha inviato una lettera alla Commissione di Giustizia della Camera elencando cinque delle proposte di legislazione antitrust che «minaccerebbero la capacità dei consumatori di scegliere prodotti che offrono livelli di privacy e sicurezza all’avanguardia».