Apple è ancora una volta oggetto di attenzione da parte di organismi che si occupano di legislazioni antimonopolistiche: le ultime attenzioni nei confronti della Mela arrivano dall’Australia dove la locale Autorità Garante sta indagando sulle politiche di App Store ma anche su quelle di Google Play Store.
L’Australian Competition and Consumer Commission (ACCC) ha fatto sapere di stare esaminando «L’uso e la condivisione di dati di app, la portata della competizione tra gli app store di Apple e Google, e l’eventuale necessità di maggiore trasparenza sui prezzi».
Il lavoro della Commissione su App Store in Australia è parte di cinque anni di ricerche, con report sui servizi legati alle piattaforme digitali che dovrebbero essere pubblicati ogni sei mesi. Un documento di analisi della Commissione chiede pareri e feedback da parte di sviluppatori di app e fornitori per comprendere i loro rapporti con gli app store; i consumatori sono invitati a condividere la loro esperienza rispondendo a un sondaggio.
L’ACCC chiede opinioni su possibili incentivi di Apple e Google per collegare o accorpare propri beni e servizi con i rispettivi marketplace per app, e capire come questi influenzano consumatori e imprese. La possibilità per gli sviluppatori di app di terze parti di competere contro app create dalle aziende-madri che controllano gli store, è altresì oggetto di attenzione, così come termini e condizioni imposte agli sviluppatori, gli effetti della struttura delle commissioni, la modalità con le quali la presenza di app è permessa o negata, la gestione delle classifiche e la potenziale raccolta di dati sui consumatori.
Ieri l’italiana Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato istruttorie nei confronti di Google, Apple e Dropbox per i servizi di cloud computing. Ciascuna delle aziende in questione è interessata sia da un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della Direttiva sui diritti dei consumatori sia da un procedimento per presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.
Ormai da mesi Apple e i principali colossi della tecnologia USA sono presi sempre più di mira dagli organismi antitrust in diverse nazioni nel mondo. In USA (e non solo) il caso più clamoroso è quello di Fortnite rimosso da App Store perché ne violava il regolamento. Da qui infatti Epic Games ha portato la questione in tribunale per presunto abuso di posizione di dominante da parte di Apple, attirando l’attenzione dei governi e degli antitrust dei vari paesi in cui Apple opera. Indagini sono in corso anche in Russia e Giappone.
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