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App Store, così alcuni sviluppatori manipolano le recensioni e salgono in classifica

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Come fa un gioco che non è un gioco e che ha un titolo in Italiano che è tutto un programma (Laboratorio di Cervello II – Professionale) stazionare al terzo posto della classifica italiana con qualche cosa come 1845 giudizi a cinque stelle dopo circa 7 giorni dal lancio quando, invece, un titolo come Angry Bird Space dopo oltre un mese supera a stento le seicento recensioni a cinque stelle? Come fa una società che si chiama Smurf Ville a pubblicare un gioco che si chiama Mega Man XX e ad avere 52 giudizi a cinque stelle quando questa società non ha nulla a che fare con Capcom e soprattutto il gioco non ha nulla a che fare con Mega Man? Come è possibile che sullo store italiano ci siano in un’applicazione decine di giudizi a cinque stelle e di questi non uno solo è scritto in Italiano? La risposta è semplice: siamo di fronte alla recrudescenza dell’attacco al sistema di giudizio e di valutazione di Apple Store da parte di sviluppatori che cercano di far crescere la percezione sulla qualità dei loro lavori.

GLI ALBORI
Il tentativo di drogare la parte “social” di App Store, quella fatta dei giudizi degli utenti, ha radici lontane anche se all’inizio eravamo di fronte ad uno scenario da bricolage: la distribuzione di codici download gratuiti (i famosi codici redeem), a parenti e amici al fine di avere un pacchettino di recensioni a cinque stelle. Bloccato questo sistema, tra il rozzo e il naif, dalla decisione di Apple di impedire le recensioni da parte di chi ha scaricato app gratis, la fantasia (perversa) è andata al potere sotto forma di sistemi assai più sofisticati.

Uno dei più complessi è stata la comparsa di società che facevano uso di boot che scaricavano automaticamente le applicazioni, specie quelle gratuite, determinandone la salita rapida in classifica. A spingersi su questo territorio sono state realtà che si occupano di pubblicità che in questo modo proiettavano in alto nella graduatoria programmi sui quali lanciavano banner pubblicitari. Anche qui l’intervento di Apple è stato rapido, minacciando gli sviluppatori di espulsione se, anche senza alcuna responsabilità diretta, si fossero trovati coinvolti in questa pratica. Quasi contestualmente Apple ha cancellato dallo store centinaia di applicazioni-clone che imitando il nome e le icone di altre di successo, riuscivano ad ingannare i clienti. Clamoroso il calo dell’improbabile “Temple Jump” (clone a bassissima qualità di Temple Run) che era addirittura arrivato al primo posto nelle classifiche americane.

ALLA FIERA DEI GIUDIZI POSITIVI
Tutto finito qui? Niente affatto: eccoci infatti la fase tre, una fase che stiamo vivendo ancora oggi: l’uso di realtà specializzate nel creare recensioni positive.

Il sistema funziona in questo modo: lo sviluppatore paga per un certo numero di recensioni versando denaro ad un sito (come questo); il sito si premura di trovare il modo di far pubblicare recensioni che guarda caso saranno sempre e comunque positive, cosa per altro semplicissima visto che in alcuni casi potrebbe semplicemente provvedere un team interno o, in alternativa, le recensioni, che dovrebbero essere “totalmente oneste” non vengono pubblicate ma rinviate allo sviluppatore (che se ne farà quel che è facile immaginare) se non sono almeno a 4 stelle. Semplice? Certo. Economico? Non troppo: 25 recensioni (ovviamente a cinque stelle) costano 223 dollari, ammesso che l’app costi 79 centesimi, sennò il prezzo sale.

Quest’ultima strada sembra essere la più percorsa in queste ultime settimane. Sono decine le applicazioni di infima qualità, che usano marchi registrati senza autorizzazione (e senza contenuti connessi a questi marchi registrati) ad avere decine di giudizi a cinque stelle e commenti entusiasti. In questo caso non è difficile cadere nella trappola ed essere indotti ad acquistare.

Negli ultimi giorni, infine, abbiano notato il fenomeno citato in apertura: applicazioni che chiedono un giudizio a cinque stelle per sbloccare livelli accessori o continuare nel gioco, una pratica che dovrebbe (condizionale d’obbligo) essere contro le politiche dettate da Apple, ma nessuno pare essersi ancora accorto del trucco, sicuramente discutibile usato quasi sempre da ineffabili sviluppatori asiatici.

CHE FARE?
Che cosa possiamo fare continuare ad usare il sistema di valutazione da parte degli utenti come metro di giudizio per capire se un’app ci può o meno interessare?

Un primo passo è diffidare immediatamente di applicazioni che hanno solo (o quasi) giudizi positivi con il massimo dei voti, specialmente se questi giudizi positivi si contano a decine. È praticamente impossibile che un’app sia piaciuta a tutti e che tutti abbiano espresso un giudizio a cinque stelle.
Un secondo passo è verificare i nomi dei recensori. I veri utenti di App Store non scelgono nick impronunciabili e impossibili da ricordare come >((((>Fishy>((((> oppure ]Jux˜ (qui una discreta collezione); nè recensiscono solo le applicazioni di un solo sviluppatore, nè recensiscono una sola applicazione. Basta cliccare sul nome dell’utente di App Store per scoprire che, spesso, questi falsi clienti Apple hanno infatti pubblicato singole recensioni oppure hanno pubblicato solo recensioni di una sola software house o di software house “parenti” (questo utente ad esempio pare avere una estrema simpatia per tutte le applicazioni di IdeaHouse, SmurfVille e iOS ab; simpatia che condivide con questo utente, quest’altro e quest’altro ancora…).

In alcuni casi le recensioni dello stesso utente, sono scritte in più lingue anche del tutto inutili per lo store italiano: tedesco, danese, svedese, spagnolo. Un vero poliglotta, dietro al quale si nasconde una società che usa lo stesso account copiando frasi a caso premurandosi solo di mettere le fatidiche cinque stelle.

Cerchiamo poi sempre di leggere le recensioni negative che troviamo in un’app anche se questa ne ha decine positive. Spesso troveremo in esse giudizi che ci aiutano ad avere un quadro completo.
Prestiamo anche attenzione alla strabordanza di utenti che lanciano messaggi generici come: “Bellissimo. Aggiungetemi al Game Center!. “Il miglior gioco di App Store” o quelli troppo entusiasti per una funzione assolutamente generica (“Bellissima grafica”, “Un gioco da Playstation”).

Mai scaricare un’applicazione che sullo store italiano ha solo (o quasi) recensioni in Inglese (un buon esempio è questa). In questo caso è praticamente certo che siamo di fronte a recensioni false in quanto è impossibile che 30 utenti anglofoni “veri” abbiano deciso di acquistare un’app sullo store italiano.

Attenzione anche ai link di supporto. Gli sviluppatori che usano i trucchi sopra elencati di solito rinviano a siti che non hanno nulla a che fare con la loro attività. Basti vedere la sedicente Streaming Studio che in un’app rinvia per il supporto ad una società di sviluppo in Vietnam e in un’altra ad un’azienda che fa marketing nel campo musicale a Dallas in Texas. In altre occasioni abbiamo link a pagine vuote, ad account Twitter (inutilizzati).

Infine: diamo un’occhiata alle schermate (quando non ce ne sono di esplicative sul gioco alzare le antenne) e leggiamo la descrizione (normalmente le app-truffa sono estremamente generiche)

APPLE CHE FAI?
Va anche detto che in questo contesto sarebbe auspicabile un nuovo giro di vite di Apple per sgominare anche questa insana e sgradevole pratica delle applicazioni con recensioni comprate. Anche se siamo di fronte ad un sistema più ambiguo e complesso da smascherare di quelli già sgominati, non dovrebbe essere difficile mettere in evidenza i casi più clamorosi, come alcuni di quelli già indicati da noi, e svolgere se non altro una verifica ed eventualmente cacciare gli sviluppatori da App Store.

Per quanto riguarda invece le applicazioni che chiedono giudizi positivi per andare avanti nei livelli, non dovrebbe essere un problema prendere una iniziativa rapida e risolutiva: il team di recensione le può individuale facilmente e respingere all’atto della sottomissione allo store. A meno che nelle linee guida per lo sviluppo, stranamente, non sia stato previsto nulla che possa consentire di prendere un provvedimento. Ma in questo caso basterebbe aggiungere una postilla e procedere di conseguenza ad essa.

Il sistema di giudizio delle applicazioni è una parte fondamentale del sistema su cui si sostiene il negozio in digitale di Apple e questo processo di manipolazione truffaldina, contribuisce a screditare l’intero sistema e ad abbattere la percezione di qualità globale del negozio in line.

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