Il comportamento di milioni di ragazzi, inclusi dettagli con varie informazioni personali, è stato monitorato e tracciato da alcune app e siti web che gli studenti hanno usato durante la pandemia, condividendo i dati con inserzionisti e broker di dati.
È quanto emerge da un’indagine internazionale evidenziando che app raccomandate da distretti scolastici per lezioni interattive di matematica e lettura, anche quelle destinate a bambini di scuola materna, hanno condiviso informazioni con terze parti, sfruttate per creare profili utili per targetizzare gli annunci pubblicitari.
Lo riferisce The Washington Post spiegando che il dato emerge a conclusione di uno studio più complesso che si è svolto nel periodo della pandemia per esaminare le tecnologie usate da figli e genitori.
I ricercatori dell’associazione Human Rights Watch hanno analizzato 164 app e siti Web educativi utilizzati in 49 paesi, condividendo i risultati con The Washington Post e altre 12 organizzazioni giornalistiche nel mondo. Il consorzio, EdTech Exposed, è stato coordinato dall’organizzazione investigativa senza scopo di lucro Signals Network, redigendo ulteriori report e revisioni tecniche.
I ricercatori riferiscono che quasi il 90% degli strumenti didattici sfruttati dai ragazzi integra funzioni che permettono di inviare le informazioni raccolte a società (come quelle di Google e Facebook) che si occupano di pubblicità, che possono usare questi dati per determinare gli interessi degli studenti, proporre campagne mirate e prevedere cosa potrebbero voler acquistare. Le app in questione non si limitano a recuperare dati ma richiedono accesso alle webcam, ai contatti, alla localizzazione, anche quando questi elementi non sono necessari per i compiti scolastici. Sono state individuate app che, tra le altre cose, memorizzano tutto quanto il testo digitato, anche prima ancora che lo studente prema il tasto Invio.
Alcune app fanno cenno al monitoraggio in termini tecnici nelle indicazioni relative alle policy sulla privacy, molte altre non fanno neanche menzione a queste politiche.
Spesso i consumatori non pensano al valore della loro privacy, non proteggendosi adeguatamente, accettando di installare qualsiasi cosa senza verificare chi è e cosa fa dei nostri dati, con utenti disposti persino a “regalare” i propri dati senza troppi problemi. Comunicare ed effettuare transazioni via internet rende senz’altro la vita più facile, ma bisogna anche comprendere che esiste la possibilità di perdere il controllo sui propri dati, con conseguenze rilevanti anche nel mondo reale per via di informazioni e dettagli vari che lasciamo recuperare a qualsiasi app. Poco tempo addietro è stato scoperto che app ecome FaceBook tracciano gli utenti anche quando questi indicano espressamente di non volere essere tracciati.