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Le app succhia dati sono l’87% su Android, il 60% su iPhone

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Secondo l’ultima ricerca NordVPN l’87% delle app Android e il 60% delle applicazioni per iPhone richiedono permessi non necessari per le loro finalità, percentuali elevate che si traducono in preoccupazioni per la privacy. I ricercatori hanno analizzato le app mobile più usate in 18 categorie.

Il 14% delle app raccoglie più dati superflui di quelli necessari per le proprie finalità e solo l’8% delle app non raccoglie dati superflui. In media, un quinto delle richieste di permesso risulta superflua per lo scopo dell’app. “Un numero significativo di app mobile che usiamo ogni giorno richiede accesso a funzioni dei dispositivi non legate alle finalità dell’app stessa. E molti utenti concedono alle app questa sorta di licenza di spiare senza nemmeno leggere i termini e le condizioni.

Bisognerebbe sempre valutare se l’app abbia davvero bisogno di certi dati per svolgere la propria funzione prima di fare tap su “Accetta”. Questo perché i dati raccolti potrebbero essere utilizzati contro il nostro interesse. Vale la pena prestare attenzione ad alcune categorie di app che si sono mostrate più “ficcanaso” di altre, come quelle social o di messaggistica”, spiega Adrianus Warmenhoven, consulente cybersecurity di NordVPN.

La ricerca ha rivelato che il 42% delle app richiede permessi relativi ad attività che vanno al di là dello scopo iniziale, il che significa che l’obiettivo è raccogliere dati sugli utenti tramite altre applicazioni e siti web. Inoltre, il 37% delle app oggetto dello studio ha richiesto l’accesso alla posizione dell’utente, il 35% alla fotocamera, il 22% alla galleria delle foto e il 16% al microfono.Il 74% delle app raccoglie più informazioni su di noi del dovuto

Le app più golose di dati: social media, messaggistica e incontri

Le app social, quelle di messaggistica, navigazione e per incontri personali (dating) richiedono il numero più alto di permessi, se confrontate con le applicazioni appartenenti ad altre categorie. Queste sono anche al vertice nella classifica del numero di richieste superflue. In media, le app social richiedono 10 permessi superflui, quelle di navigazione si fermano a 9, mentre quelle per appuntamenti e incontri sono a 6, contro le 5 delle applicazioni di messaggistica.

Gli utenti Android possono preoccuparsi un po’ di meno se si parla di app di gaming. Queste richiedono “solo” 10 permessi e, in media, sono meno di una le richieste superflue. Mentre le app per alimenti e bevande su iOS chiedono in media meno di 3 permessi, se si parla di richieste superflue, le app per la produttività sono le migliori perché praticamente non raccolgono alcun dato non necessario.Il 74% delle app raccoglie informazioni su di noi più del dovuto

L’Estremo Oriente è la zona più a rischio privacy

Se da un lato la categoria di un’app ci permette di prevedere con buona precisione il numero di permessi e dati che verranno richiesti, anche la geografia ha la sua influenza. In media, le app in Estremo Oriente chiedono il maggior numero di permessi, oltre ad avere il maggior numero di richieste superflue: Hong Kong e Taiwan dominano la classifica sia per Android che iOS. A poca distanza, ci sono anche le app Android di Giappone e Singapore.

“Probabilmente, questi dati sono frutto di due fattori. Da un lato, ogni area geografica presenta apparati normativi diversi. Ma allo stesso tempo, questi numeri sono influenzati dalle app più utilizzate in una certa zona, fra quelle oggetto del nostro studio. I Paesi dell’Estremo Oriente sono i peggiori per quanto riguarda il numero di permessi anche in virtù dell’ampio uso che viene fatto di app social, oltre a manga e altre applicazioni di questo tipo,” continua Warmenhoven.

Dall’altra parte della classifica troviamo il Messico, in cui le app richiedono il minor numero di richieste superflue sui dispositivi Android. Per quanto riguarda i dispositivi iOS, le app in Spagna e Stati Uniti hanno mostrato il minor numero di richieste in totale. In questi stessi Paesi, ma anche nella nostra Italia e in Polonia si è inoltre rilevato il minor numero di richieste superflue.

Il 74% delle app raccoglie informazioni su di noi più del dovuto
Foto di Jason Dent su Unsplash

Qui di seguito riportiamo i suggerimenti di Warmenhoven per limitare la raccolta dati da parte delle app mobile:

  • Leggre l’informativa sulla privacy dell’app prima di scaricarla. Verificare quali informazioni verranno monitorate dall’app e quali verranno condivise con soggetti terzi
  • Limitare i permessi relativi alla posizione. Permettere alle app di monitorare la nostra posizione solo quando usiamo l’app invece che sempre
  • Non registrarsi automaticamente con i nostrri profili social. In caso contrario, l’app potrà raccogliere informazioni dal nostro account social e viceversa
  • Eliminare le app non utilizzate. Se non usiamo un’app da un po’ di tempo e non pensiamo di farlo in futuro, meglio disinstallarla: c’è infatti il rischio che continui a raccogliere dati anche quando non usata.

Per tutti gli articoli dedicati alla privacy rimandiamo alla sezione dedicata di macitynet.

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