Se fosse una maratona (più che uno sprint) a questo punto anche il secondo gradino del podio sarebbe stato conquistato: dopo gli USA, che hanno servizi di taxi autonomo (cioè completamente senza guidatore) a San Francisco grazie a Cruise e a in Arizona addirittura da due anni grazie a Waymo, adesso arriva la Cina.
Il gigante cinese Baidu (la Google asiatica) ha ottenuto dal governo di Pechino l’autorizzazione per offrire un servizio commerciale di robotaxi completamente privo di conducente umano a Chongqing e Wuhan, attraverso l’unità di ride-hailing autonomo Apollo Go.
La prima volta della Cina
Le licenze di Baidu a Wuhan e Chongqing arrivano pochi mesi dopo che l’azienda ha ottenuto il permesso di fornire servizi di ride-hailing senza conducente al pubblico su strade aperte a Pechino. La differenza è che il servizio di Pechino non è ancora un servizio commerciale (Baidu sta offrendo corse gratuite senza conducente in nome della ricerca e dello sviluppo e dell’accettazione da parte del pubblico) e l’autorizzazione di Pechino richiede ancora un operatore umano sul sedile anteriore del veicolo.
Quando Baidu effettuerà il lancio del servizio a Wuhan e Chongqing, sarà la prima volta che un’azienda di veicoli autonomi sarà in grado di offrire un servizio di ride-hailing completamente senza conducente in Cina. Medaglia d’argento, seconda posizione sul podio.
La vittoria, secondo Baidu, è chiarissima. Per Wei Dong, vicepresidente e responsabile delle operazioni di sicurezza dell’Intelligent Driving Group di Baidu «Si tratta di un enorme cambiamento qualitativo. Crediamo che questi permessi siano una pietra miliare sulla strada verso il punto di inflessione in cui l’industria potrà finalmente distribuire servizi di guida completamente autonoma su scala».
In robotaxi senza pilota
A Wuhan il servizio di Baidu funzionerà dalle 9.00 alle 17.00 e coprirà un’area di 13 chilometri quadrati nella zona di sviluppo economico e tecnologico della città, nota come “Auto City” cinese. Il servizio di Chongqing funzionerà dalle 9.30 alle 16.30 in un’area di 30 chilometri quadrati nel distretto di Yongchuan. Secondo Baidu, ogni città disporrà di una flotta di cinque robotaxi Apollo di quinta generazione.
Le zone in cui Baidu opererà non sono densamente popolate e sono caratterizzate da molte strade nuove e larghe che rendono più facile il funzionamento dei sistemi autonomi. Entrambe le città offrono ambienti tecnologici e normativi favorevoli a Baidu per l’avvio del suo primo servizio commerciale senza conducente. A Chongqing, il distretto di Yongchuan è stato una zona pilota per la guida autonoma. Qui ben trenta robotaxi hanno accumulato un milione di chilometri di test di guida negli ultimi due anni.
La zona di Wuhan in cui opererà Apollo Go, ha rinnovato 321 chilometri di strade per testare i veicoli autonomi dal 2021, di cui 106 chilometri coperti da infrastrutture vehicle-to-everything (V2X) con connessione 5G.
Gli AV possono fare affidamento sulla tecnologia V2X per raccogliere informazioni in tempo reale sull’ambiente circostante e condividere tali percezioni con altri veicoli o infrastrutture, fornendo essenzialmente al robotaxi un’altra forma di sensore su cui contare, oltre a lidar, radar e telecamere di bordo. L’infrastruttura V2X aiuta inoltre Baidu a monitorare i veicoli a distanza e a pilotarli se necessario.
E l’Europa dov’è?
Come siamo messi noi nel Vecchio Continente con la questione della guida autonoma, dei robotaxi e della circolazione autonoma su strada? Nonostante Yandex abbia annunciato di essere quasi pronta, il tema dei taxi a guida autonoma da noi è una cosa che si vedrà nel corso dei prossimi dieci anni o giù di lì.
Secondo i ricercatori europei che si occupano del futuro dei trasporti automatizzati, le persone nelle città passeranno dall’uso del trasporto privato a quello dei taxi pubblici a guida autonoma, grazie all’introduzione di flotte di auto elettriche condivise a bassa velocità nel prossimo decennio.
La sperimentazione franco-svizzera
Il dottor Michel Parent, esperto di trasporti stradali avanzati presso l’INRIA, l’Istituto francese per la ricerca in informatica e automazione, ha lavorato a diversi progetti finanziati dall’UE fin dagli anni ’90 per sviluppare auto a guida autonoma in grado di operare nei centri urbani. Secondo l’esperto, flotte di veicoli senza conducente che prelevano le persone da casa e le collegano alle reti di trasporto pubblico di massa potrebbero essere operative entro un decennio.
“Direi che in alcune città – ha detto Parent – vedremo tra cinque o dieci anni il robotaxi come uno dei principali mezzi di trasporto, almeno per quanto riguarda il passaggio dalla mobilità privata a quella pubblica. La tecnologia è disponibile; abbiamo dimostrato la fattibilità e la sicurezza di questi sistemi. Ora spetta alle città e alla legislazione europea elaborare le regole per la diffusione di questi sistemi”.
La speranza di La Rochelle e Losanna
Nel frattempo, la fattibilità dell’espansione del trasporto completamente automatizzato a intere città è dimostrata dal progetto CityMobil2, che ha già sperimentato veicoli a guida autonoma a La Rochelle, in Francia, e lo sta facendo ora a Losanna, in Svizzera.
Mentre questi sistemi vengono testati, i ricercatori raccolgono feedback da inviare ai produttori e ai funzionari comunali. Un problema noto è che le auto sono silenziose e i pedoni spesso non si accorgono che si stanno muovendo. Dice Parent: “Abbiamo identificato questo come un rischio. Abbiamo chiesto ai produttori di rendere il veicolo più visibile e più udibile”.
Secondo Parent, il più grande aiuto alla diffusione sarebbe che l’UE stabilisse delle regole per il funzionamento dei sistemi di auto a guida autonoma «Le città potrebbero farlo subito; hanno la capacità di condurre questi esperimenti se si assumono la responsabilità. Ci vorranno funzionari comunali coraggiosi per avviare il processo senza una legislazione».
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