La scorsa settimana Twitter ha reso nota la chiusura delle sue API (insieme di procedure di interfacciamento per gli sviluppatori) entro il 9 febbraio; come sempre accade con gli annunci di Elon Musk, c’è già un cambiamento in corso e l’imprenditore riferisce che dopo avere ricevuto feedback da parte degli sviluppatori, si è deciso che saranno fornite API a sola scrittura per “i bot che offrono contenuti gratuiti validi”.
La decisione, sottolinea TechCrunch, è poco chiara, alla stregua di altre policy da quando il social è sotto controllo di Musk. Non è chiaro cosa si intenda per “contenuti validi”, e chi deciderà la loro effettiva validità. Ad ogni modo, se Twitter finirà per implementare questa ennesima nuova regola, per alcuni bot potrebbe essere un’ancora di salvezza per consentire loro di rimanere sulla piattaforma (senza bisogno di fare affidamento alle API a pagamento).
In precedenza Twitter ha bloccato l’accesso alle API ai client di terze parti, affermando che questi avrebbero infranto una non meglio precisata “regola di lunga data”; successivamente sono stati silenziosamente modificate le condizioni di uso per gli sviluppatori, indicando che le app “non possono usare o accedere ai Materiali Concessi in Licenza per creare o tentare di creare sostituti o servizi simili o prodotti alle applicazioni di Twitter”.
Responding to feedback, Twitter will enable a light, write-only API for bots providing good content that is free
— Elon Musk (@elonmusk) February 5, 2023
Dopo l’annuncio del blocco delle API, molti sviluppatori hanno criticato la decisione di Musk, spiegando che alcune procedure di automazione sono utili, ad esempio, per offrire contenuti gratuiti alle persone e di riflesso migliorare la piattaforma che ospita i loro tweet .
Buzzfeed hanno recentemente parlato con alcuni sviluppatori che lamentano le nuove politiche di Twitter e tra questi cita sviluppatori di bot come @_restaurant_bot che twitta foto random di ristoranti e @_weather_bot_ che twitta immagini di diversi luoghi per aggiornamenti sul meteo.
Darius Kazemi, uno sviluppatore che ha creato oltre 80 bot e ha anche organizzato un incontro per chi si occupa di questi ambiti, ha riferito a TechCrunch che questi account sono stati parte integrante di Twitter per anni; alcuni di questi bot vantano migliaia di follower e rendono contenti quotidianamente molte persone. Lo sviluppatore in questione lamenta che è ovviamente impossibile mantenere gratuito un servizio per il quale la piattaforma di riferimento si fa pagare.
Il blocco delle API rappresenta un problema non solo per gli sviluppatori professionisti ma anche studenti, così come ricercatori che si occupano di analizzare la disinformazione e l’incitamento all’odio, molti di questi non dispongono di budget per pagare canoni mensili per accedere alle API di Twitter.
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