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Antitrust UE contro Google: abuso di posizione dominante su web e Android

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Antitrust UE contro Google ora è ufficiale: la Commissione europea ha annunciato l’apertura di una procedura formale nei confronti di Mountain View. Le accuse sono di sospetto di abuso di posizione dominante nel mercato della pubblicità su Internet e anche nel campo dei sistemi operativi mobile, quindi in relazione ad Android. Il colosso del web ha ora 10 settimane di tempo per rispondere alle accuse.

Le mosse dell’ Antitrust UE contro Google erano state anticipate già circa due settimane fa e soprattutto nelle scorse ore tramite le anticipazioni del Wall Street Journal che si sono dimostrate fondate. In ogni caso ricerche e indagini in questo senso da parte dell’Antitrust europeo erano già state avviate 5 anni fa.

Per quanto riguarda i sospetti di abuso di posizione dominante sul web Marghethe Vestager,
Commissaria europea responsabile della politica di Concorrenza, concentra l’attenzione sui servizi di comparazione dei prezzi: “Nel caso di Google sono preoccupata del fatto che la società abbia dato un vantaggio sleale al proprio servizio di comparazione prezzi per lo shopping online, in violazione delle norme antitrust comunitarie. Google ha ora l’opportunità di convincere la Commissione del contrario. Tuttavia, se l’inchiesta confermerà le nostre preoccupazioni, Google dovrà affrontare le conseguenze legali e cambiare il modo in cui svolge la propria attività in Europa” così come riportato da Repubblica.
Antitrust UE contro GoogleMa le accuse ipotizzate a carico di Big G si estendono anche ad Android: “Smartphone, tablet e dispositivi analoghi rivestono un ruolo sempre più importante nella vita quotidiana di molte persone. Voglio essere certa che i mercati in questo settore possano svilupparsi senza alcuna restrizione anti-concorrenziale imposta da qualche azienda”. Qui l’indagine mira a verificare se Google abbia adottato comportamenti lesivi della concorrenza o se abbia abusato di posizione dominante per quanto riguarda sistemi operativi, app e in generale per i servizi mobile.

Le prime risposte di Google non si sono fatte attendere. Sul blog di Google Amit Singhal, vice presidente di Big G conferma la volontà della società di collaborare con le autorità per l’indagine, precisando subito però che si tratta di accuse “fuori bersaglio”. Singhal dichiara che gli utenti dispongono di numerosi motori di ricerca alternativi, oltre agli assistenti di nuova generazione come Siri di Apple e Cortana di Microsoft. In aggiunta gli utenti contano sempre più su portali specializzati per i propri acquisti: qui vengono citati Amazon, Expedia, eBay, Idealo, infine il dirigente sottolinea il ruolo sempre più centrale, anche per gli acquisti, di Facebook e Twitter.

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