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Antitrust pubblica il documento che certifica il nuovo procedimento contro Apple

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«Le misure adottate da Apple consistenti nella riformulazione delle comunicazioni rivolte ai consumatori non appaiono sufficienti a fornire loro un’informazione chiara e non confusoria sulla garanzia legale tale da assicurare la corretta comprensione dei propri diritti». Questo l’argomento che l’antitrust utilizza per lanciare una nuova indagine contro Apple a margine della controversa e spinosa vicenda del rispetto dei diritti dei consumatori sulla garanzia biennale e le comunicazioni ad essi connessi.

La conferma ufficiale del provvedimento che, come accennato sabato, potrebbe costare a Cupertino nuove pensanti sanzioni e persino la sospensione delle vendite fino ad un massimo di 30 giorni, è contenuto nel bollettino pubblicato oggi sul sito del Garante della Concorrenza e del Mertcatoi. In esso, in 12 pagine fitte di commi e argomentazioni, si prende in esame che cosa è cambiato e che cosa non è cambiato nella comunicazione Apple a proposito della garanzia.

Si parte dalle disposizioni che erano state emanate dall’organismo poco dopo l’erogazione della sanzione per un totale di 900mila euro, si prosegue con un dettagliatissimo excursus sulle pagine dei siti Internet, dei documenti di marketing, delle tabelle informative e delle comunicazioni che vengono erogate ai negozi. Nel mirino c’è un po’ di tutto, ma soprattutto la convinzione che Apple operi con scarsa chiarezza su quelli che sono i reali diritti dei consumatori e questo, pare di comprendere da quanto scritto nel bollettino, per tentare di privilegiare i servizi a pagamento di l’Apple Care presentando informazioni «fuorivianti ed ingannevoli».

Nel mirino un documento, in particolare, una tabella di confronto (e che pubblichiamo qui sotto). fra la garanzia legale, la garanzia di 1 anno di Apple ed i servizi a pagamento, «usata – dice l’Antitrust – per evidenziare alcuni supposti maggiori vantaggi della garanzia convenzionale di 1 anno Apple e dei servizi a pagamento Apple Care, attraverso un confronto improprio fra tali servizi e le prestazioni dovute in base alla garanzia legale, che è invece un diritto ex lege dei consumatori e va prestata gratuitamente e senza limitazioni per qualsiasi difetto». Apple tenderebbe ad omettere, secondo quanto si legge «Rilevanti informazioni sul contenuto della garanzia legale» facendo correre il rischio ai consumatori di essere indotti in errore «permettendo ad Apple di vendere un servizio di assistenza che ha un contenuto in parte coincidente con i diritti che la stessa Apple dovrebbe riconoscere per legge, senza addebito di costi o alcun tipo di limitazioni».

Anche per le comunicazioni negli Apple Store, secondo l’organismo di tutela, Apple manterrebbe «un taglio sostanzialmente incentrato sulla garanzia del produttore e sull’offerta dei servizi Apple Protection Plan a pagamento, con la mera aggiunta di brevi note apposte con evidenza grafica ridotta alla fine o comunque in posizione decentrata rispetto al resto del documento, che menzionano l’esistenza di diritti dei consumatori e rinviano ad un documento informativo anch’esso strutturato in modo da non rendere immediatamente chiaro il contenuto dei diritti derivanti dal regime della garanzia legale di conformita».

Al termine del documento, che lasciamo alla lettura di chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, si giunge a conclusioni inequivocabili: «Alla luce di tutto quanto sopra premesso – dice l’Antitrust -, dalle evidenze documentali risulta che le pratiche scorrette sono continuate anche successivamente all’avvenuta notifica del provvedimento».

Altroconsumo, che da mesi si batte contro Apple proprio su questo argomento, ha manifestato soddisfazione: «Avevamo avanzato dubbi in materia sull’effettivo adeguamento alle disposizioni dell’Antitrust – dice a Macitynet Marco Pierani, responsabile delle relazioni istituzionali dell’associazione – fin dallo scorso mese di marzo. Vediamo ora con soddisfazione che i nostri dubbi vengono confermati e rafforzati da una dettagliata analisi del comportamento di Apple che è andata anche oltre i nostri esposti. Ora quello che chiediamo è che se tutto quanto rilevato fosse effettivamente confermato per Apple ci sia una punizione esemplare. Si tratta di una grande realtà che proprio perché è tanto grande deve avere responsabilità più grandi».

Ora Apple ha tempo trenta giorni per impugnare quanto riscontrato, contestarlo in parte o interamente o anche fare un ricorso al TAR del Lazio.

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