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Antitrust, dalla Commissione europea una seconda indagine sulle pratiche di Amazon

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La Commissione europea ha informato Amazon in merito al parere preliminare secondo cui ha violato le norme antitrust dell’UE distorcendo la concorrenza nei mercati al dettaglio online.

Amazon ha un duplice ruolo in quanto piattaforma: offre un mercato in cui i venditori indipendenti possono vendere prodotti direttamente ai consumatori e vende prodotti come dettagliante su quello stesso mercato, in concorrenza con questi venditori.

Secondo i risultati preliminari della Commissione, grandi quantità di dati non pubblici sui venditori sono accessibili ai dipendenti delle attività al dettaglio di Amazon e confluiscono direttamente nei suoi sistemi automatizzati, che li aggregano e li usano per calibrare le offerte al dettaglio di Amazon e le sue decisioni commerciali strategiche a scapito degli altri venditori. Secondo il parere preliminare della Commissione, delineato nella comunicazione degli addebiti, l’utilizzo di dati non pubblici sui venditori consente ad Amazon di evitare i normali rischi della concorrenza tra dettaglianti e di sfruttare la sua posizione dominante sul mercato della fornitura di servizi di mercato in Francia e in Germania, i maggiori mercati di Amazon nell’UE. Se confermata, questa pratica viola l’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che vieta l’abuso di posizione dominante sul mercato.

Amazon ora ha 1 milione di dipendenti

La Commissione ha anche avviato una seconda indagine antitrust sulle pratiche commerciali di Amazon che potrebbero favorire artificiosamente le proprie offerte al dettaglio e le offerte dei venditori che utilizzano i sui servizi logistici e di consegna. In particolare, la Commissione esaminerà se i criteri usati da Amazon per selezionare il vincitore del “Buy Box” e per consentire ai venditori di offrire i propri prodotti agli utenti Prime, nell’ambito del programma di fidelizzazione di Amazon, portano a un trattamento preferenziale delle attività al dettaglio di Amazon e dei venditori che utilizzano i suoi servizi logistici e di consegna. Se comprovata, la pratica oggetto di indagine viola l’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), che vieta l’abuso di posizione dominante sul mercato. La Commissione procederà a un’analisi approfondita in via prioritaria. L’apertura di un’indagine formale non ne pregiudica l’esito.

Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza, ha dichiarato: “Dobbiamo garantire che le piattaforme che rivestono un doppio ruolo e che hanno potere di mercato, come Amazon, non falsino la concorrenza. I dati sull’attività dei venditori terzi non devono essere utilizzati a vantaggio di Amazon quando agisce come loro concorrente. Anche le condizioni di concorrenza sulla piattaforma Amazon devono essere eque. Le sue regole non devono favorire artificiosamente le offerte al dettaglio di Amazon né avvantaggiare i dettaglianti che utilizzano i suoi servizi logistici e di consegna. Alla luce del boom del commercio elettronico e del fatto che Amazon è la principale piattaforma di commercio elettronico, un accesso equo e senza distorsioni ai consumatori online è importante per tutti i venditori».

Il colosso dell’e-commerce dichiara di non essere d’accordo e sottolinea il suo ruolo a sostegno delle piccole e medie aziende:

«Non siamo d’accordo con le affermazioni preliminari della Commissione europea e continueremo a impegnarci per assicurare un’accurata comprensione dei fatti. Amazon rappresenta meno dell’1% del mercato al dettaglio globale e ci sono rivenditori più grandi in tutti i paesi in cui operiamo. Nessuna azienda più di Amazon si occupa delle piccole imprese o ha fatto di più per supportarle negli ultimi due decenni. Ci sono più di 150.000 aziende europee che vendono attraverso i nostri stores, le quali generano decine di miliardi di euro di ricavi ogni anno e hanno creato centinaia di migliaia di posti di lavoro».

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