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Anniversario di App Store, i cinque anni che hanno cambiato tutto

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Anche le ricorrenze sono notizie. E in questo caso ci sono solo due modi per vederla. Possiamo dire: l’app store compie “solo” cinque anni, oppure “sono già passati cinque anni!”. Vedete voi qual è la formula che meglio vi si attaglia, perché cinque anni di iTunes store per le app di iPhone e poi iPad (senza contare la nascita di quello per Mac) sono un record storico importante, importantissimo.

Apple non ha inventato l’app store, così come non ha inventato l’iPhone (inteso come smartphone, come device multi-touch) o l’iPad o il Mac o qualsiasi altra cosa. Non è stata l’azienda che è venuta fuori dal garage con una cosa totalmente inedita. No, è venuta fuori dal garage con una cosa totalmente personale, con una propria interpretazione di come dovrebbe essere una tecnologia per poter funzionare. E molto spesso ha avuto ragione.

Ragione da vendere: che sia stato merito di Wozniak, di Jobs, di Cook, di Ive, o di chiunque altro (incluso il povero Scott Forstall, perché no), il risultato non cambia. I successi di Apple hanno molti motivi, tra i quali spicca sicuramente la ragiona d’essere fondamentale. Sono fatti per cambiare e migliorare qualcosa. Reinventandola, facendone un uso migliore, cogliendo collegamenti e possibilità là dove nessuno aveva visto i nessi prima, dove nessuno aveva percepito la possibilità di cambiamento.

anniversario di app store

Il 16 maggio scorso Apple ha passato la soglia dei 50 miliardi di download dall’app store. Se si sente una notizia del genere, si può rabbrividire pensando a quanto è stato fatto, ma in realtà se si è sviluppatori il brivido equivale all’aver avuto la possibilità di agire in un mercato completamente nuovo e poter fare vendite, soldi, stipendi, azienda, famiglia. Se si è “solo” clienti, come capita a chi scrive, l’app store è un modo fantascientifico e stupendo di trovare e installare (e aggiornare, e rimuovere) le app. Si compra un iPad nuovo, gioia natalizia, e poi si passa una mezza giornata a reinstallare quel che si vuole e le cose nuove. Si può comprare e installare il software che un nostro amico ci ha fatto vedere seduti in spiaggia oppure in ufficio poco prima di iniziare la riunione. Pazzesco

Ci sono mille altri che lo facevano fare e che lo fanno adesso? Certo, ma trovatene un altro che lo fa altrettanto bene. Con una serie di limitazioni che però funzionano. Con una grazia e una velocità che il resto del mondo non riesce a tener dietro.

E tutte queste app che cominciano a costare 89 centesimi o poco più (ok, a parte I’m Rich, che costava 999 dollari, ma quello era uno scherzo-truffa) hanno cambiato radicalmente il mercato. Rischi privacy? Apple controlla le app e fa scelte di base. Rischi controllo? Apple ammette tutte le app che non siano pericolose, adesso anche quelle in concorrenza con i suoi servizi. Rischio monopolio da parte delle solite software house? Apple ha livellato il campo e reso tutti uguali nel suo store. Forse non piace a tutti, perché alcuni continuano a protestare. Ma quel mezzo miliardo di utenti che lo usano a me pare che siano decisamente soddisfatti. Voi che ne dite?

E pensare che è passato solo un lustro… addirittura!

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