«Il vostro lavoro non è vendere, il vostro lavoro è di rendere migliori le loro vite, sempre attraverso la lente dell’istruzione». Questa visione sui punti vendita di Apple fortemente voluti da Steve Jobs, presentata al team del retail 18 anni fa, inaugurando i primi Store marchiati mela morsicata, Angela Ahrendts la sta portando avanti senza ripensamenti.
La responsabile del retail di Apple, in una intervista rilasciata a Vogue Business questa settimana, ha raccontato come e perchè Apple non teme la crisi del commercio al dettaglio e il perchè della scelta di non offrire punti vendita che siano semplicemente dei negozi, ma aprire dei veri e propri luoghi esperienziali.
Se inizialmente gli Apple Store nel mondo erano considerati dei luoghi “di culto”, gli spazi nel mondo in cui si respirava aria di Cupertino e in cui bisognava passare visitando le grandi città, ora sono invece dei luoghi di riferimento per gli utenti Apple, dove trovare risorse e occasioni di formazione uniche.
Angela Ahrendts ha puntato l’attenzione in particolare sulle sessioni Today at Apple, gli appuntamenti formativi che trasformano i punti vendita di Apple in spazi pubblici per lezioni, laboratori, tour fotografici, piccoli spettacoli. «Penso che come persone, come esseri umani, abbiamo ancora bisogno di luoghi in cui incontrarci, luoghi di raccolta. E quando ti stai rivolgendo ai nativi digitali, sai che la cosa che desiderano più di ogni altra è la connessione umana, il contatto visivo».
Una connessione che non manca né da parte di Apple nei confronti dei clienti negli Store, dove l’utente è accolto e seguito personalmente dagli specialisti, ma anche tra Apple e i suoi dipendenti. Per gestire una rete di 70mila dipendenti, ogni operatore al dettaglio inizia la propria giornata usando un’app chiamata Tello, che include briefing su argomenti importanti della giornata, con video della Ahrendts e del suo team. C’è, inoltre, un’app social network per i membri dello staff, Loop. «La comunicazione interna tra Apple e i dipendenti dei punti vendita è fondamentale e manca in molte altre aziende» aggiunge la Ahrendts.
«L’obiettivo di Apple – continua Ahrendts – è portare avanti la visione per la vendita al dettaglio che ci ha dato Steve Jobs». E così i negozi di Apple hanno l’ambizione – o forse la vocazione – a diventare delle “piazze moderne”, dei centri per l’istruzione. Lo strumento principale individuato dalla Ahrendts sono le sessioni Today at Apple, disponibili anche in Italia, che stanno per compiere il secondo anniversario.
Il desiderio di Apple di trasformare i propri retail da negozi a veri e propri luoghi esperienziali, insieme con l’attenzione per i dipendenti – per la loro formazione e valorizzazione – rappresenterebbe secondo la Ahrendts la chiave del successo di Apple.
«In un momento difficile per il commercio al dettaglio, in cui gli analisti prevedono che uno su quattro centri commerciali statunitensi non sarà più operativo entro il 2022, l’approccio di Apple è molto diverso dai rivenditori tradizionali» precisa Angela Ahrendts, riflettendo con Vogue Business sull’importanza per la società di «Non piegarsi sulle valutazioni sulla redditività di un negozio, ma di concentrarsi sugli effetti che la presenza del marchio in un luogo può dare e di investire sui dipendenti».