Parliamoci chiaro: non è merito della stampa o di pubblicità miliardarie. Anzi, se fosse per quello, a vincere la gara della miglior console sul mercato ci sarebbero ben altri campioni sul podio. Eppure, c’è qualcosa di storico nell’idea avanzata per la prima volta “con il conforto dei dati” da parte di Idc, la società americana di analisi del mercato che sia Wii, la console di Nintendo, a vincere nel breve la gara per la console di ultima generazione.
Parliamoci sempre chiaro: se vivessimo in un mondo di maniaci della tecnologia, se il pubblico fosse fatto da una folla di ingegneri, allora non ci sarebbe battaglia. Il Wii, non è un segreto, è la rimasticatura grazie a Ibm di un GameCube. Cioè, una console già moscia quando uscì e si trovò a litigare con Xbox e PlayStation2. In confronto, anche il defunto Dreamcast della Sega faceva miracoli. E allora?
Secondo Idc il “bollitone” Wii sconfigge di un’attaccatura PlayStation3 e Xbox 360 perché tocca un pubblico più grande. Il Wii è la console “per il resto di noi”, intendendo con questa formula non la generazione dei trentenni nati a pane e videogiochi né i ragazzini brufolosi in cerca dell’estasi mistica a un miliardo di poligoni per frame. No, il Wii attacca con le ragazze, con le mamme e con le nonne, e anche con i nonni, con gli stanchi, con i distratti, con quelli che il videogioco no grazie perché è roba da fissati. Il Wii, in una parola, è divertente e trascende la categoria del video game.
Certo, non è una rivoluzione totale del mercato. Idc forse questo non lo dice nel suo rapporto appena pubblicato in cui afferma che la console nipponica nel breve-medio periodo “outship and outsell” la concorrenza. Certo, di milioni di ragazzini brufolosi e di trentenni (forse anche qualche quarantenne) ancora in cerca di un’adolescenza mai perduta ce ne sono a bizzeffe. Ma il fatto è che il Wii ha un segreto: è divertente.
Lo amano i creativi, che di solito non si appassionano ai videogiochi o perlomeno, non lo fanno per gli stessi motivi (grafica, grafica, grafica) per cui lo fanno i gamer abituali. Lo amano quelli che non ne possono più della routine, quelli che hanno dato successo al solitario di Windows, a Tetris, a Snake su una generazione di Nokia in bianco e nero. Il Wii alligna tra quelli che tutto sommato non vogliono andare a fare una settimana di corso di orientamento per capire come si fa ad interagire con l’ultimo complicatissimo capolavoro per Xbox, con l’ultima meraviglia fotonica di PlayStation 3 (che, per chi l’ha usata negli Usa recentemente come il vostro cronista, tanto straordinaria non è se non la si dota di uno schermo di tutto rispetto, tale da far impallidire il costo non basso della console stessa).
Insomma, il Wii vince perché è diverso. Bruttino, scarsetto, con la consistenza di un cartone animato e tale da far tornare alla mente il cartone animato della Walt Disney Roger Rabbit: il gommoso e sfigato coniglio sposato alla strafiga Jessica Rabbit, cartone animato glamour anche lei che diceva la storica battuta (pronunciata in originale dalla seducente voce di Kathleen Turner) “Perché ho sposato Roger? Perché è buffo e mi fa ridere”.