Continuano le ispezioni delle autorità cinesi nella fabbrica che produce il case in alluminio dei MacBook, a seguito delle recriminazioni dei residenti che avevano segnalato odori insopportabili provenire dalla struttura.
Al momento la temporanea chiusura della fabbrica non sembra aver creato problemi o influenzato l’inventario di Apple. A ottobre di quest’anno l’impianto della Catcher Technology a Suzhou, nei pressi di Shangai, è stato chiuso a causa, come già detto, di cattivi odori provenienti dagli impianti; la società coinvolta nella vicenda produce circa il 60% dei case Unibody di MacBook Pro e MacBook Air. La società ha nel frattempo confermato alla Taiwan Stock Exchange che le autorità stanno ancora indagando e fatto sapere che, non potendo riaprire a pieno regime il fatturato nel mese di ottobre sarebbe sceso del 20% e le vendite a novembre scese del 40%.
Yee Fang, portavoce del comitato di amministrazione del Suzhou Industrial Park, afferma che le autorità locali hanno già individuato come migliorare e testare il sistema di trattamento dei gas di scarico e non ha al momento nulla di nuovo da segnalare. Secondo Helen Chiang, analista per conto di IDC, Apple è riuscita a mitigare l’effetto della mancata produzione affidando la fabbricazione a un altro fornitore. Chiang afferma anche che nel quarto trimestre la richiesta di MacBook è stata inferiore rispetto al trimestre precedente.
[A cura di Mauro Notarianni]