Siete preoccupati dal sempre maggiore ruolo delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale? Del possibile avvento di automi dotati di “intelligenza” in grado di riprodurre capacità tipiche degli esseri umani? Dell’arrivo di robot in grado di elaborare a grande velocità informazioni, avere grande resistenza, pazienza infinita e potenza corporea? Quanto accaduto all’Università di Tokyo ci dice che per il momento possiamo stare tranquilli.
Torobo, abbreviazione di “Todai Robot Project”, è un’intelligenza artificiale nata nel 2011 dalla volontà dell’Istituto Nazionale di informatica giapponese che ha tentato di superare gli esami di ammissione all’Università in questione, una prova che sta ripetendo da alcuni anni. Ha ottenuto un punteggio abbastanza alto ma non è stato ancora in grado di passare i complicati test d’ingresso dell’Università di Tokyo, la migliore del paese e nota per gli elevati livelli di selezioni effettuati in sede (tra i suoi ex studenti ci sono ben undici premi Nobel).
Dopo il quarto tentativo fallito, i creatori di Torobo hanno deciso di ridefinire i meccanismi di intelligenza artificiale usati; i nuovi tentativi prevedono l’uso di avanzate tecnologie per l’analisi dei dati. Il sistema è bravo ma deve “studiare” ancora. Nelle ultime prove il robot aveva ottenuto un punteggio di 53.8 contro i 43.8 punti ottenuti in media da molte persone. Tra i quesiti ai quali ha risposto correttamente: domande di matematica, fisica, inglese e storia. Il robot dovrà impegnarsi con la fisica. Per il momento, queste macchine sono fantastiche nell’eseguire un solo compito (es. giocare a scacchi o Go) ma sono meno bravi quando le regole da seguire sono meno chiare e univoche.