Anche per l’avvocato di Foxconn, principale assemblatore per Apple, la causa contro Qualcomm si deve fare, non potendo esserci margini di bonario componimento, per via di “richieste irragionevoli”.
Anche gli avvocati di Foxconn seguono il pensiero dei legali di Apple: nessuna delle due società avrebbe cercato un accordo in tribunale con Qualcomm; il braccio di ferro, insomma, dovrà disputarsi di fronte a un giudice.
Le nuove dichiarazioni dei legali di Foxconn arrivano a poche da quelle dell’avvocato di Apple, William Isaacson, secondo cui il processo contro Qualcomm “sarebbe necessario”, nonostante i contrastanti commenti provenienti da Qualcomm, che per il tramite dell’amministratore delegato aveva ipotizzato una soluzione pacifica ormai prossima.
La battaglia tra le compagini nasce dal blocco importazione di iPhone in Cina ottenuto da Qualcomm ai danni della Mela, per la violazione di tre brevetti. Il blocco di iPhone in Cina è stato deciso da un tribunale di primo grado del Paese per presunta violazione di due brevetti Qualcomm, ma fino a oggi tutti i terminali Apple rimangono disponibili e in vendita nel fondamentale mercato del dragone. Qualcomm ha però già minacciato di voler estendere il blocco di iPhone anche agli ultimi modelli 2018.
Ad ogni modo, la richieste definite come “irragionevoli” avanzate da Qualcomm ad Apple e Foxconn sembrano mettere concretamente a tacere ogni possibilità di una risoluzione pre-processuale, quindi senza che si vada di fronte alla giuria. Il caso raggiungerà il tribunale adito nel mese di aprile 2019, e avrà strascichi importanti per l’economia del paese e causerà, a detta di Apple, danni irreparabili.