Pochi giorni addietro Apple ha annunciato importanti cambiamenti per iOS, Safari e l’App Store che interesseranno le app nell’Unione Europea (UE), al fine di conformarsi al regolamento chiamato Digital Markets Act (DMA) e che entrerà in vigore a marzo.
Tra le modifiche che Apple integrerà in iOS: funzionalità che consentiranno di sfruttare motori di rendering alternativi per browser, e nuove opzioni per l’elaborazione di pagamenti nelle app e la distribuzione di app per iOS.
Nuovi framework e API per la creazione di marketplace di app alternativi, consentiranno di offrire sviluppa app store alternativi dai quali installare le app e gestire gli aggiornamenti, commissioni ridotte per chi offre app su App Store, mentre le app per iOS distribuite sull’App Store e/o su un marketplace di app alternativo pagheranno € 0,50 per ogni prima installazione annuale oltre la soglia di un milione.
Una dirigente di Microsoft ha definito “un passo nella direzione errata” le nuove regole previste da Apple in iOS per adeguarsi ai cambiamenti introdotti dal DMA.
Sarah Bond, presidente di Xbox, in un post su X (ex Twitter) si aggiunge al coro di quanti criticano le policy di Apple per gli app store alternativi.
We believe constructive conversations drive change and progress towards open platforms and greater competition. Apple's new policy is a step in the wrong direction. We hope they listen to feedback on their proposed plan and work towards a more inclusive future for all. https://t.co/mDRI5KPJf6
— BondSarahBond (@BondSarah_Bond) January 29, 2024
Da notare che Microsoft ottiene il 30% delle commissioni sui profitti dai giochi scaricati dai sui store, mentre per alcuni sviluppatori e per alcune applicazioni diverse da giochi non applica la percentuale o applica una percentuale più bassa.
Microsoft non è la sola a essere critica nei confronti dei cambiamenti proposti da Apple. Il CEO di Epic Games, Tim Sweeney, ha definito le nuove policy di Apple “spazzatura”; il CEO di Spotify, Daniel Ek, ha parlato senza mezzi termini di “estorsione” e “farsa totale”.
Apple ha previsto una commissione ridotta pari al 10% per le app iOS distribuite sull’App Store (per la maggior parte degli sviluppatori, e per gli abbonamenti dopo il primo anno) o al 17% sulle transazioni di beni e servizi digital; a non piacere è il “Fee” per l’elaborazione del pagamento: le app per iOS sull’App Store possono usare l’elaborazione dei pagamenti della piattaforma a fronte di un fee aggiuntivo del 3%. Oggetto del contendere è anche il Core Technology Fee: le app per iOS distribuite sull’App Store e/o su un marketplace di app alternativo pagheranno € 0,50 per ogni prima installazione annuale oltre la soglia di un milione.
iOS 17.4 – la versione che deve aprire le porte agli app store alternativi – e che per il momento è stato distribuito come beta ai soli sviluppatori, sembra aver già suscitato il sospetto della commissione Europea che promette azioni forti nel caso fossero infranti i principi del DMA