Ad ascoltare le registrazioni vocali degli utenti non sono soltanto Apple, Google e Amazon: anche Microsoft avrebbe confermato ai microfoni di Motherboard che da anni alcuni suoi appaltatori ascoltano quelle provenienti dalla telecamera Kinect di Xbox One, dall’assistente vocale Cortana e dalle chiamate Skype che utilizzano la funzione di traduzione vocale in tempo reale.
Non che ciò debba sconvolgere. Questa pratica infatti è segnalata all’interno dei termini e delle condizioni d’uso che vengono accettati dagli utenti nel momento in cui decidono di attivare e utilizzare uno dei servizi o accessori citati poc’anzi «Siamo sempre stati chiari sul fatto che raccogliamo questi dati col fine di migliorare i servizi di riconoscimento vocale e che tali dati vengono talvolta revisionati dai nostri appaltatori».
Sono due però i problemi che stanno accendendo più di un campanello d’allarme intorno alla gestione della privacy degli utenti e sono gli stessi problemi che devono affrontare le altre aziende di cui parlavamo all’inizio. Da una parte infatti talvolta queste funzioni sono attivate accidentalmente o inconsapevolmente, dall’altra durante la registrazione dei comandi vocali, oltre alla voce dell’utente, si riescono a distinguere chiaramente anche le voci delle altre persone che sono nei paraggi.
Quindi oltre a registrare anche discorsi che non hanno nulla a che fare con lo scopo per cui viene richiamato l’assistente vocale, la questione si fa ancora più delicata perché in queste situazioni ci si infila nella privacy di persone che potrebbero non voler essere registrate. Peggio poi se questo origliare 2.0 va a captare la voce dei bambini visto che le norme che generalmente si applicano per questi ultimi sono ancora più severe.
Ora, per quanto riguarda Apple – per cui tra l’altro è stata avviata una class action – ha già sospeso l’ascolto delle registrazioni con Siri e se si tiene alla propria privacy esiste anche il modo per cancellare le vecchie registrazioni (nella speranza che non siano ancora state analizzate). Google lo stesso: ha già sospeso l’ascolto delle registrazioni e anche per i dispositivi Android esiste il sistema per cancellare quelle in archivio. Amazon invece non ha ancora sospeso le registrazioni, anzi sta facendo di tutto perché Alexa sia in ascolto il più possibile, ma c’è comunque il modo per evitare che vengano ascoltati i dialoghi dai dispositivi Alexa.
Per quanto riguarda invece Microsoft, l’azienda ha intrapreso una strada leggermente diversa. Onde evitare l’avvio di una qualche class action, il mese scorso infatti ha detto che avrebbe presto rimosso Cortana da Xbox One seppur il servizio di controllo vocale resterà attivo grazie ai comandi vocali di Alexa e Assistente Google attraverso speaker intelligenti e altri dispositivi esterni.
Per il momento però Microsoft non smetterà di ascoltare le registrazioni. Piuttosto, cercherà di rendere questa pratica ancora più chiara agli utenti «Aumenteremo la trasparenza verso i nostri clienti e spiegheremo ancor meglio come vengono utilizzati i loro dati per migliorare i nostri prodotti. Abbiamo sempre chiesto la loro autorizzazione per raccogliere i dati vocali e continueremo a farlo pur mantenendo la privacy ai più alti standard e in pieno rispetto delle leggi».