Spesso si ha l’impressione che persone e società di successo non abbiano mai sbagliato una mossa ma la verità è tutta diversa e il nuovo Museo del del Fallimento è stato ideato anche per sfatare questo mito. L’esposizione aprirà i battenti tra poche settimane a Helsingborg in Svezia, come segnala Repubblica.it, e tra i flop commerciali degli ultimi 40 anni non mancano nomi illustri e Big che oggi dominano la scena globale, inclusi Apple, Google e persino Donald Trump.
Nel caso di Cupertino, oggi la società più ricca e capitalizzata del globo, l’oggetto esposto è nientemeno che il Newton, il primo assistente personale digitale fortemente voluto da John Sculley allora Ceo di Apple. Le premesse erano ottime, le funzioni offerte forse non tutte all’altezza di Apple ma senza dubbio il dispositivo era troppo in anticipo sui tempi. Ma le basi hardware e software di Newton sono state poi fondamentali per dare vita ai primi computer palmari e, in seconda battuta, hanno rappresentato le prime fondamenta da cui è poi iniziato il successo planetario di iPhone e iPad.
Invece Google è presente nel Museo del Fallimento con i suoi Google Glass, salutati come l’inizio di una nuova era per i computer indossabili. Piazzati sul naso ed esibiti in ogni evento tcnologico e mondano dagli sfegatati di tecnologia un po’ esibizionisti, sono stati dimenticati ancora più velocemente della loro fulminea ascesa, passando in un attimo da gadget del momento a curiosità post moderna.
Sempre nel campo della tecnologia sono esposti la prima fotocamera digitale di Kodak lanciata nel 1995 ma passata inosservata e anche Nokia Engage, il primo smartphone che si è proposto sia come telefono che come console tascabile. Gli esempi proseguono con Sony Betamax, la catena di noleggio videocassette Blockbuster, la Coca-Cola alterativa al caffè fino ad arrivare allo sconosciuto Monopoly versione voluta da Donald Trump. All’epoca del lancio non sembra sia piaciuto molto, ma ora che Trump è presidente USA non può essere escluso che il gioco da tavolo conosca una seconda primavera: sembra sia di ritorno anche su Amazon a un prezzo da collezionisti.
Anche se l’idea di un Museo del Fallimento può sembrare un po’ troppo originale , l’obiettivo del fondatore e psicologo Samuel West è perfettamente valida: dimostrare che il fallimento, anche se aborrito nella società moderna, è spesso fondamentale per condurre all’auto-esame e poi al successo.