Grazie alla documentazione depositata da LinkedIn presso la SEC (l’equivalente USA della nostre CONSOB), si apprende che altre aziende erano interessate ad acquistare LinkedIn, fra le quali ha poi prevalso Microsoft con i suoi 26 miliardi di dollari.
Secondo quanto riportato dalla SEC, c’erano almeno altre quattro società che avevano messo nel mirino il social network dei professionisti, individuati anonimamente come Party A, Party B, Party C e Party D. Secondo le indiscrezioni, Party A sarebbe stata Salesforce, società che alla fine avrebbe offerto più di tutte per l’acquisizione di LinkedIn, ovvero 200 dollari per azione.
LinkedIn avrebbe però preferito l’offerta di Microsoft che, benchè di poco inferiore (196 dollari per azione) sarebbe stata migliore perché in totale liquidità, mentre Salesforce avrebbe pagato solo in parte in liquidità, mentre per il restante importo avrebbe pagato in azioni. Le due aziende si sono comunque sfidate con continui rilanci, con la vittoria conclusiva di Microsoft, costretta ad alzare il suo prezzo proprio per prevalere su Salesforce.
Secondo Recode, Party B sarebbe stata Google, mentre Party D sarebbe stata Facebook: la prima si sarebbe ad un certo punto defilata dalla gara, preferendo puntare su una partnership commerciale con LinkedIn, mentre Facebook avrebbe rinunciato perché incapace di competere a quelle cifre.
Ad oggi non si conosce invece l’identità del quarto incomodo, Party C in rete non sono disponibili ipotesi attendibili sulla su identificazione.