Amd e Ati hanno ufficialmente annunciato poco fa la loro fusione. L’approvazione formale di quanto si andava rumoreggiando da settimane ma che era diventato molto probabile nel corso del week end, è stata ratificata dai rispettivi consigli d’amministrazione nel corso della giornata di ieri.
In base all’accordo Amd acquisterà Ati per una cifra di 5,4 miliardi di dollari (4,2 miliardi in contanti, la parte restante in 57 milioni di azioni Amd), il 24% in più rispetto al prezzo che la somma delle sue azioni aveva alla chiusura di venerdì. Quanto Amd verserà per entrare in possesso delle tecnologie e dei prodotti della società canadese è il prezzo più alto mai versato per l’acquisto di una realtà che opera nel campo dei semiconduttori.
Secondo quanto riferito durante un incontro con la stampa Amd ha confermato che intende usare l’incorporazione di Ati per produrre chipset simili a quelli costruiti dalla concorrente Intel. Al momento Amd poggia per questo scopo su un accordo strategico con Nvidia, accordo che dovrebbe venire meno. A sua volta Ati ha degli accordi di collaborazone con Intel cui fornisce processori per alcuni chipset. Anche in questo caso gli accordi verranno meno.
Ati controlla circa il 50% del business dei chip per schede grafiche per desktop e il 70% di quello dei portatili. Alcuni analisti si sono spinti già nei giorni scorsi ad ipotizzare che ora Intel potrebbe fare una mossa simile, acquistando Nvidia. Nvidia a sua volta ha già affermato che non vede alcuna necessità di operare una fusione con Intel.
Nelle prime ore dopo l’annuncio ufficiale le azioni di Ati sono cresciute di quasi il 19%, quelle di Amd sono scese di circa il 5% per il timore che la fusione finirà per erodere i margini di guadagno della società di Sunnyvale.