La legge di Moore è un famoso enunciato del co-fondatore di Intel, Gordon Moore, una previsione relativa alla velocità di sviluppo della tecnologia del silicio, in base alla quale la densità dei transistor dei semiconduttori raddoppia approssimativamente ogni 2 anni, incrementando funzionalità e prestazioni e riducendone contemporaneamente i costi. Quanto supposto da Moore è sempre stato più o meno confermato nel corso degli anni, diventando il metro, l’obiettivo e anche il limite di tutte le aziende che creano microprocessori, non solo di Intel. La validità dell’enunciato in questione è agli sgoccioli secondo AMD: a detta di John Gustafson, capo dei progettisti delle architetture grafiche della casa di Sunnyvale, il ritardo nel passaggio dai 28 ai 20 nanometri evidenzia l’inadeguatezza dell’enunciato per rappresentare lo sviluppo tecnologico attuale. I tempi previsti dalla legge di Moore stanno “decelerando” a detta di Gustafson e questa è mutata in altre forme. “Stiamo attendendo la transizione dai 28 ai 20 nanometri, e questa sta richiedendo troppo rispetto a quanto aveva previsto la Legge di Moore”.
AMD non è la sola società che sta lavorando a nuovi processi produttivi. Anche Intel sta da qualche tempo completando la fase di sviluppo di un processo di produzione di nuova generazione che comporta un’ulteriore riduzione dei circuiti dei chip a 14 nanometri (un miliardesimo di metro), una sfida difficilissima che renderà necessario modificare profondamente il design e probabilmente anche le future tabelle di marcia.
[A cura di Mauro Notarianni]