Amazon propone vari modelli di FireTV, con prezzi che nel momento in cui scriviamo che sullo store italiano partono da 34,99€ per la Fire TV Lite e arrivano fino a 159,99€ per Amazon Fire TV Cube.
In alcuni paesi, ad esempio Germania e Austria, alcune Fire TV non sono disponibili e il problema sembra essere legato a una causa con Nokia.
Stando a quanto riferisce il sito tedesco Der Standard la controversia è legata ad alcuni brevetti sulla decodifica H.264 e H.265 (HEVC) di detenuti da Nokia. In prima istanza il tribunale regionale di Monaco ha dato ragione a Nokia, ritenendo che Amazon sta violando suoi brevetti, sfruttati senza licenza.
Amazon afferma che quanto stabilito è errato: “Riteniamo che la decisione del tribunale regionale di Monaco sia sbagliata e siamo fiduciosi che la situazione sarà presto risolta”, ha dichiarato un portavoce del sito di e-commerce. “La sentenza non ha alcun impatto sui clienti esistenti e un’ampia selezione di dispositivi Fire TV, tra cui la nostra Fire TV Stick più venduta, è ancora disponibile su Amazon.it. Siamo sempre disposti a pagare un prezzo equo per le licenze di brevetto e abbiamo collaborato con una serie di aziende per concedere in licenza brevetti video di questo tipo. Nokia chiede più di tutte queste aziende messe insieme e ha rifiutato la nostra offerta equa e standard del settore. Ci dispiace che Nokia stia adottando queste misure per limitare la scelta per i clienti”.
Il problema non riguarda solo Amazon ma anche vari produttori di telefoni cellulari che hanno dovuto sospendere temporaneamente le vendite per cause legati ai brevetti in questione. Nokia è solo una delle varie aziende coinvolte nello sviluppo dei due codec video, ma sembra intenzionata a farsi pagare, più di quanto normalmente richiesto per lo sfruttamento di questi brevetti. Negli anni passati paventati scenari simili a questi hanno fatto in modo che aziende come Google e altre ancora promuovessero alternative come l’AV1, formato libero da royalty.
Con il divieto di vendita di prodotti che usano suoi brevetti, Nokia si assume un rischio calcolato; se Amazon dovesse ottenere ragione in seconda istanza, Nokia dovrà pagare un risarcimento. L’importo non è noto ma è stato già calcolato e ha dovuto depositarlo. Resta sempre il possibile accordo extragiudiziale, quello al quale probabilmente Nokia mira chiedendo per ora l’applicazione del divieto di vendita. Per il momento, Nokia non ha attaccato Amazon in altri paesi europei.