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Amazon non deve pagare 250 milioni di euro di tasse

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Si ripete quanto già visto per il caso delle tasse arretrate di Apple in Irlanda: mentre fin dal 2017 la Commissione europea ha richiesto ad Amazon tasse per 250 milioni di euro, in appello la Corte europea ha stabilito che il colosso dell’e-commerce non deve pagarle. Sia per Apple che per Amazon si tratta di pratiche di elusione fiscale, vale a dire schemi e transazioni che, nel rispetto delle normative fiscali vigenti, puntano a ridurre il più possibile ricavi e profitti imponibili e di conseguenza le tasse dovute in Europa.

Nel caso di Apple la richiesta di maxi rimborso da 13 miliardi di euro per tasse arretrate, il meccanismo impiegato è quello denominato Double Irish, con l’accentramento di vendite e fatturato presso due società controllate in Irlanda dove la tassazione è inferiore. Per la Commissione europea si è trattato di aiuti di stato illegali, ma in appello la Corte europea ha dato ragione a Cupertino.amazon tasse 250 milioni

Invece per i 250 milioni di tasse di Amazon il meccanismo sotto accusa è quello della sede di Amazon in Lussemburgo, Amazon Europe Holding Technologies SAS, impiegata dal 2006 al 2014 verso la quale il colosso dell’e-commerce ha versato diritti e royalty cospicui, riducendo significativamente il reddito imponibile.

La Commissione europea sostiene che Amazon abbia gonfiato le royalty per ridurre i profitti e le tasse da versare: presentando appello Amazon ha dichiarato invece che la decisione della Commissione europea era piena di «Errori metodologici». Ricordiamo che Amazon è stato il primo colosso ha modificare la sua strategia fiscale nel 2015 corrispondendo le tasse in ogni paese dell’Unione europea in cui opera.

La Corte europea ha dato ragione ad Amazon stabilendo che «La decisione impugnata deve essere annullata nella sua interezza»: nel momento in cui scriviamo non è ancora chiaro se la Commissione europea presenterà ricorso, anche se è molto probabile che ciò avvenga, visto che è proprio quanto è accaduto per il caso di Apple.

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Tra Europa e colossi IT il fronte fiscale non è l’unico infiammato: sia Apple che Amazon sono sotto indagine anche da parte dell’antitrust UE. La soluzione per la questione tasse potrebbe arrivare da nuovi accordi in discussione tra i paesi del G20 e anche dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico OCSE per stabilire tasse minime globali e nuove regole fiscali per le multinazionali.

Si punta a eliminare le scappatoie ora possibili di elusione fiscale dovute a leggi locali intricate, diverse da nazione a nazione e soprattutto risalenti a circa un secolo fa, quando le multinazionali erano poche e molto diverse dai colossi globali della nostra era. Ricordiamo che lo stesso CEO di Apple Tim Cook ha più volte invitato a rivedere il sistema fiscale globale delle società.

Nelle sezioni di Macitynet tutti gli aggiornamenti su MercatoFinanza e Commissione Europea.

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