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Amazon investe in Anthropic e punta tutto sui chip per l’AI

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Nel mondo dell’intelligenza artificiale i soldi contano, ma il silicio conta di più. La verità di questa affermazione emerge con prepotenza dall’ultimo accordo tra Amazon e Anthropic: 4 miliardi di dollari che raddoppiano il vecchio investimento, portando il totale a 8 miliardi, ma con una condizione che cambia le carte in tavola. La startup dovrà utilizzare i chip proprietari di Amazon, i Trainium, per addestrare i suoi modelli. Una mossa che rivela la vera posta in gioco: il controllo dell’hardware che fa girare l’AI.

Il processore è il nuovo petrolio

I chip specializzati nell’intelligenza artificiale sono diventati una risorsa strategica fondamentale. La loro scarsità determina chi può e chi non può competere nel settore. Nvidia domina questo mercato con una quota superiore al 90%. Le sue GPU sono considerate lo standard de facto per l’addestramento dei modelli di AI. Il monopolio di fatto di Nvidia sta spingendo i giganti tech a sviluppare alternative proprietarie.

Ma la corsa all’indipendenza tecnologica non è semplice. Sviluppare processori efficaci per l’AI richiede miliardi di investimenti e anni di ricerca. La sfida non è solo tecnologica ma anche di ecosistema: servono strumenti di sviluppo, librerie ottimizzate e una comunità di sviluppatori. Nvidia ha costruito il suo dominio proprio su questi elementi, creando una barriera all’ingresso formidabile per i concorrenti.

La strategia del colosso

Amazon però non ci sta, ne usa tantissimo e vuole diversificare. Le conviene fare in casa. L’azienda non è nuova al mondo dei processori custom. Con i chip Graviton per il cloud computing ha già dimostrato di saper competere. I Trainium rappresentano il prossimo passo: processori ottimizzati specificamente per l’addestramento di modelli di AI. L’accordo con Anthropic fornisce un cliente di primo piano per questa tecnologia. La validazione sul campo è fondamentale per affermarsi come alternativa credibile a Nvidia.

La divisione Annapurna Labs di Amazon, acquisita nel 2015, è il cervello dell’operazione. Un team di ingegneri di alto livello lavora da anni sui chip custom, con risultati promettenti sul fronte prestazioni/watt. La strategia prevede un’integrazione sempre più stretta tra hardware e software, seguendo il modello di successo di Apple nel settore mobile.

L’hardware detta legge

La scelta dei chip non è solo una questione tecnica. Anthropic preferiva i processori Nvidia, ma l’offerta di Amazon era troppo allettante per rifiutare. La startup prevede di bruciare 2,7 miliardi solo nel 2024 per addestrare i suoi modelli. Il supporto finanziario di Amazon diventa vitale, anche se significa rinunciare alla libertà di scelta sull’hardware.

Questa dipendenza solleva però interrogativi sul futuro dell’innovazione nel settore. La standardizzazione su piattaforme proprietarie potrebbe rallentare lo sviluppo di soluzioni alternative. L’esperienza del mondo mobile, dove Apple e Qualcomm dominano incontrastati, insegna che la concentrazione del mercato dei chip può portare a una riduzione della competizione e dell’innovazione.

Claude 3 è l'AI con abilità quasi umane

La corsa al silicio dedicato

Invece, in questa prima fase di maturazione a passi di marcia fozata, la competizione sui chip AI si sta intensificando. Google ha i suoi TPU, Microsoft sviluppa processori custom con Graphcore. Il mercato vale decine di miliardi e cresce rapidamente. Chi controlla il silicio controlla il futuro dell’AI. Amazon non può permettersi di restare indietro in questa corsa.

La vera partita si gioca quindi sulla specializzazione. Chi fa da sé fa per tre, insomma. I chip per l’AI devono eccellere in compiti specifici come le operazioni matriciali e il calcolo tensoriale. Concetti esoterici che sono altamente specializzati e in piena contraddizione rispetto alle CPU tradizionali, che sono bravine a fare tutto ma eccellenti in niente. Sul versante dei dispositivi finali Apple (e Qualcomm) investono in core dedicati: per Apple sono i Neural Engine. Ma la sfida è sul versante della produzione: creare architetture sempre più efficienti mantenendo la flessibilità necessaria per adattarsi all’evoluzione rapida degli algoritmi. Amazon ad esempio con i suoi Trainium (con un nome cacofonico almeno in italiano ma che spiega bene a cosa servono) punta su un approccio modulare che permette di aggiornare facilmente i chip.

Per chiudere il cerchio però serve avere una intelligenza artificiale che ci funzioni sopra. E questo è il ruolo dei vari modelli di Claude: addestramento ma anche servizio per i clienti B2B2B: cioè Amazon fa da fornitrice per Anthropic che usa la capacità e potenza di AWS per erogare a sua volta i suoi servizi ai suoi clienti. Così, l’integrazione di Anthropic nell’ecosistema AWS adesso diventa davvero profonda. I modelli Claude sono disponibili su Amazon Bedrock per decine di migliaia di clienti. La piattaforma cloud di Amazon diventa sempre più centrale per l’AI. L’hardware proprietario rafforza questo legame, creando un ecosistema integrato verticalmente.

La mossa si inserisce in un momento più ampia di consolidamento del cloud computing. AWS vede nell’AI un moltiplicatore per il suo business principale. Offrire una piattaforma completa, dai chip ai modelli preaddestrati, permette di catturare una fetta maggiore del valore generato dall’AI. La sfida è mantenere l’equilibrio tra integrazione e apertura.

Il mercato dei modelli linguistici

Il settore degli LLM è in rapida evoluzione. OpenAI domina con GPT-4, ma Anthropic si sta affermando come principale sfidante. L’accordo con Amazon fornisce le risorse per competere ai massimi livelli. La battaglia non è solo sui modelli, ma sull’intera catena del valore, dall’hardware al cloud.

La competizione sta spingendo verso una maggiore specializzazione. Ogni player cerca il proprio spazio: OpenAI punta sull’innovazione pura, Google sulla ricerca, Microsoft sull’integrazione nei prodotti esistenti. Apple fa qualcosa di simile ma siamo ancora indietro. Anthropic si posiziona come l’alternativa “etica”, con un focus sulla sicurezza e l’affidabilità dei modelli. L’accesso all’hardware dedicato potrebbe darle un vantaggio competitivo importante.

I regolatori vigilano

L’accordo ha attirato l’attenzione delle autorità antitrust. FTC americana e CMA britannica stanno esaminando le partnership tra big tech e startup AI. Le preoccupazioni riguardano la concentrazione di potere. Gli investimenti miliardari sollevano interrogativi sulla concorrenza nel settore.

Il nodo centrale è l’integrazione verticale. Le autorità temono che il controllo dell’intera filiera, dai chip ai modelli, possa creare barriere insormontabili per i nuovi entranti. La risposta del mercato sarà cruciale: se emergeranno alternative valide, le preoccupazioni potrebbero rientrare. Ma il tempo stringe e le decisioni dei regolatori potrebbero influenzare lo sviluppo del settore. Anche perché a quanto pare gli attori sul mercato adesso (e soprattutto OpenAI) fanno di tutto per bloccare sul nascere qualsiasi traccia di concorrenza.

Il futuro dell’alleanza

La collaborazione tra Amazon e Anthropic segna un punto di svolta. Non è solo un investimento finanziario, ma una fusione di competenze e tecnologie. Il successo dei chip Trainium determinerà il futuro di questa partnership. L’obiettivo è creare un’alternativa credibile all’asse Microsoft-OpenAI e distanziare definitivamente Google.

Gli effetti si vedranno nel medio termine. Anthropic sta già lavorando sui modelli di prossima generazione, ottimizzati per l’hardware Amazon. La roadmap prevede miglioramenti significativi in efficienza e scalabilità. Se la scommessa funzionerà, potrebbe ridisegnare gli equilibri del settore. Amazon punta a diventare un player dominante nell’AI, replicando il successo ottenuto nel cloud computing, che oltretutto ha inventato. Vedremo nel primo trimestre dell’anno nuovo.

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