Quanta differenza può fare un solo anno! Dopo la corsa agli acquisti alimentata dalla pandemia, che ha spinto i profitti di Amazon a nuovi massimi, la crescita del colosso degli e-commerce ora è bloccata al tasso più basso degli ultimi due decenni. La società ha registrato vendite per 116,4 miliardi di dollari per il primo trimestre del 2022, con un aumento di appena il 7% rispetto allo scorso anno. Ciò è in netto contrasto con il balzo del +44% registrato l’anno scorso rispetto all’anno precedente, col risultato che quella appena misurata rappresenta la crescita trimestrale più lenta che la società abbia mai visto dal 2001.
Secondo i dati raccolti dalla CNBC, Amazon ha praticamente perso 3,8 miliardi di dollari in questo trimestre, ed è la prima perdita che viene registrata dal 2015. La multinazionale ha attribuito questo rallentamento ad una serie di fattori, inclusi i sopracitati effetti della pandemia e la guerra attualmente in corso, d’altronde citata da molte altre società tecnologiche nei loro recenti rapporti sugli utili. Anche la collaborazione di Amazon con il marchio di auto elettriche Rivian pare abbia contribuito alla decrescita, poiché avrebbe già perso più di 7 miliardi di dollari del suo investimento in quanto le azioni sono diminuite a causa dei ritardi nella produzione.
Ciò si riallaccia al recente rincaro all’abbonamento Prime, inizialmente giustificato dagli aumenti salariali per i lavoratori e da quello dei costi di trasporto, ai quali si aggiunge anche l’aumento dei prezzi per i venditori, che si attesta intorno al +5%. Una delle priorità di Amazon – ha annunciato l’amministratore di Amazon, Andy Jassy, è aumentare la produttività nei centri logistici. Nel frattempo il Prime Day è stato confermato per luglio, ma la data deve ancora essere fissata: alla pari del Black Friday, questo evento probabilmente permetterà ad Amazon di recuperare gran parte di quello che è andato perso nel primo trimestre dell’anno.