Amazon ha citato in giudizio quella che definisce “una rete internazionale di malviventi” che è riuscita a sottrarre milioni di dollari di prodotti all’azienda con una serie di truffe sui rimborsi che prevedevano l’acquisto di oggetti vari e successive richieste di rimborso, senza realmente restituire i beni all’azienda.
Bloomberg riferisce che l’organizzazione in questione era denominata REKK e pubblicizzava i suoi “servizi di rimborso” su social quali Reddit e Discord, e che gli autori dei reati comunicavano usando app di messaggistica come Telegram e simili.
La denuncia cita REKK e una trentina di persone residenti negli Stati Uniti, in Canada, Regno Unito, Grecia, Lituania e Paesi Bassi, come co-imputati. Un non meglio precisato meccanismo prevedeva l’introduzione in un sistema informatico interno di Amazon, grazie anche alla corruzione di dipendenti dell’azienda di commercio elettronico che approvavano i rimborsi. REKK addebitava un costo ai “clienti” che pretendevano prodotti quali MacBook Pro o pneumatici per auto, senza pagarli, ottenendo in cambio una commissione in base al valore del prodotto richiesto. Gli stratagemmi prevedevano accorgimenti nelle procedure di rimborso per prodotti che in realtà non erano mai restituiti; non solo gli imputati non restituivano il prodotto, ma ottenevano anche il rimborso.
Nella denuncia si elencano transazioni avvenute tra giugno 2022 e maggio 2023, con ordini di console, smartphone, laptop e anche una moneta d’oro 24 carati.
Amazon ha identificato sette ex dipendenti che erano complici e da addetti ai lavori potevano approvare i rimborsi.
Bloomberg riferisce che solo quest’anno su Amazon gli acquirenti hanno speso 678 miliardi di dollari, e l’azienda è ovviamente presa di mira da truffatori di tutti i tipi. L’azienda riferisce che nel 2022 ha speso 1,2 miliardi di dollari e assunto 15.000 dipendenti per contrastare furti, frodi e abusi legati al sito.
Lo scorso anno Amazon aveva presentato in Italia la prima denuncia penale a livello europeo, la prima causa civile in Spagna e altre 10 azioni legali negli Stati Uniti, mirando a individuare e bloccare operatori che gestiscono siti web e gruppi social che alimentano il mercato delle false recensioni in cambio di denaro o prodotti gratuiti.