Non frenano le ondate di licenziamenti delle grandi aziende del mondo IT e Amazon ha deciso per altri 9000 licenziamenti, numeri che si aggiungono ai 18mila di dicembre dello scorso anno.
I nuovi esuberi riguardano in particolare le divisioni AWS (servizi online), Twitch (streaming), pubblicità e risorse umane.
Andy Jassy, responsabile risorse umane, parla di “incognite economiche” del periodo che avrebbero obbligato verso questa direzione, della necessità di razionalizzare le spese e investire a lungo termine verso l’esperienza dei clienti.
Dalla fine dell’anno scorso, aziende piccole o grandi nel settore IT stanno tagliando migliaia di posti di lavoro dopo aver reclutato in massa durante la pandemia. Meta ha licenziato 21.000 persone in due momenti diversi (il 24% circa del personale totale), Microsoft ha mandato a casa 10.000 persone (5%), Google 12.000 (6%) e Spotify 600 (6%).
Apple sembra per ora immune dal problema licenziamenti e Tim Cook ha in precedenza riferito che tale eventualità sarà “l’ultima spiaggia”. A Cupertino stanno ad ogni modo sicuramente stringendo la cinghia, rinviando progetti e limitando il più possibile le spese.
L’ultimo trimestre del 2022 per Amazon è stato complicato, con perdite per 2,7 miliardi di dollari: il primo dato di questo tipo da quando nel 2014 l’azienda aveva iniziato a produrre utili.
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