È probabile che entro il 2025 Amazon non abbia più nessuno che desideri lavorare nei suoi magazzini negli Stati Uniti: lo si apprende da una nota interna finita delle mani di Recode in cui si portano alla luce i risultati di una ricerca condotta dalla società. In pratica si prevede un’incombente crisi del lavoro per il gigante degli e-commerce, con alcune zone che saranno colpite più velocemente di altre: ad esempio la manodopera finirebbe prima a Phoenix, in Arizona, e nell’Inland Empire, in California, entro la fine dell’anno.
Questi dati sono emersi usando come fattori i livelli di reddito e la vicinanza alle strutture di Amazon e l’unico modo per sopravvivere a questa crisi – si legge – sarebbe quello di aumentare i salari per tenere buona la forza lavoro esistente e attirare nuove assunzioni. Gli autori del rapporto consigliano ad Amazon di aumentare anche l’automazione nei magazzini, altrimenti il rischio è di esaurire la manodopera disponibile entro il 2024.
Secondo quanto dichiarato da Rena Lunak, direttrice delle operazioni globali e delle comunicazioni di Amazon, questo documento trapelato non solo non valuta accuratamente la situazione, ma è anche uno dei tanti documenti che vengono scritti internamente «su molti argomenti e che vengono utilizzati per testare ipotesi e esaminare diversi possibili scenari, ma non vengono poi approfonditi o usati per prendere decisioni». Non rappresenterebbe quindi la situazione reale – dice – tanto più che l’azienda sta continuando ad assumere bene nelle due aree in questione e in tutti gli USA.
Amazon ha già investito sull’automazione quando comprò Kiva Systems nel 2012 ma ad oggi i robot costruiti non sono in grado di gestire le attività avanzate, pertanto l’intervento umano è ancora fondamentale.
Un tempo le persone erano una ampia risorsa dell’azienda: basti pensare che oggi Amazon è il secondo datore di lavoro privato più grande negli USA, e soltanto lo scorso autunno ha annunciato di voler assumere 125.000 lavoratori. Anche se non dice che in realtà la gran parte di queste assunzioni servono per tappare i buchi lasciati da quelli che se ne sono andati volutamente o che sono stati licenziati.
Il tasso di turnover di Amazon pare essere di circa il 150% l’anno, ed è persino peggiore nei due paesi citati in apertura. Questo si aggiunge al fatto che deve competere con negozi di grandi dimensioni come Walmart e Target, che al momento offrono salari competitivi a chi ha esperienza di magazzino.
Nel frattempo, Amazon migliora il suo servizio permettendo di far provare le scarpe in realtà aumentata e avviando le consegne via drone.