L’Agenzia Spaziale Europea ha presentato “Amaze”, nome di un progetto che mira a rendere possibile la stampa tridimensionale di oggetti in metallo: tecnica che, se sviluppata con successo, permetterebbe la creazione di componenti più leggeri e resistenti e con costi inferiori rispetto a quanto necessario oggi.
Amaze è il complicato acronimo di “Additive Manufacturing Aiming Towards Zero Waste & Efficient Production of High-Tech Metal Product” ed è uno sforzo congiunto che potrebbe essere il passo successivo della stampa 3D: la fabbricazione di componenti in metallo con geometrie e regolarità impossibili da ottenere con i metodi convenzionali.
Tra i possibili campi di utilizzo, la produzione di componenti in grado di sopportare temperature superiori ai 3mila gradi Celsius, ideali nei sistemi di propulsione missilistica o nei reattori nucleari. La stampa 3D dei metalli renderebbe possibile anche superare varie limitazioni intrinseche degli attuali processi di fusione, un esempio riportato sono le speciali cerniere realizzate per Airbus A320.
Il progetto è stato finanziato con 20 milioni di euro e vede la partecipazione di 28 aziende e università, con siti di produzione in Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Norvegia.