Ogni anno i consumatori italiani pagano 11 milioni di euro per il bollino SIAE, su supporti con contenuti culturali come CD, DVD.
L’obbligo del bollino è un retaggio del passato, che l’Italia condivide in Europa solo con altri due Paesi: Portogallo e Romania. La sua presunta necessità per scongiurare la pirateria – afferma l’associazione – è stata smentita dalla Corte di Giustizia europea nel 2007, con la sentenza sul caso Schwibbert. La Corte ne ha sospeso l’obbligatorietà considerando il bollino una misura tecnica non approvata dalla Commissione europea, che limita la libera circolazione nel mercato interno.
La procedura per apporre il bollino SIAE sui supporti che contengono opere tutelate dalla legge sul diritto d’autore comporta adempimenti burocratici e costi, moltiplicati per tutte le copie immesse sul mercato. Tempi e costi assenti dalla produzione di opere simili negli altri Paesi europei, che si ripercuotono sul prezzo finale al consumatore in Italia, e secondo la Corte di Giustizia europea uno sbarramento per l’ingresso nel nostro mercato di operatori non italiani. Insomma, fa sapere l’associazione i consumatori ci rimettono in prezzo (più alto) da pagare e in possibilità di scelta. Trattandosi di opere dell’ingegno e prodotti culturali, per lo sviluppo del nostro Paese ci augureremmo che fosse assicurato il più ampio accesso al maggior numero di consumatori e cittadini.
[A cura di Mauro Notarianni]