Il ministro Franceschini ha firmato il decreto che aumenta fino a 4 euro il prezzo di smartphone e tablet, una sorta di “tassa” a favore delle SIAE legata ai supporti fisici che potrebbero consentire la copia di contenuti coperti da copyright. L’associazione Altroconsumo ha deciso di ricorrere al Tar per fermare la tassa definita “ingiusta” e “destinato ad arricchire di fatto solo le casse della Siae”.
“Il meccanismo dell’equo compenso per copia privata è obsoleto e ingiusto” si legge sul sito dell’associazione; “i consumatori che acquistano musica e film legalmente da piattaforme online, pagano infatti già a monte i diritti d’autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti: è dunque profondamente ingiusto che debbano pagare una tassa anche sui supporti, trovandosi così a pagare due volte”.
E ancora: “Solo il 13% dei consumatori fa effettivamente copie private e di questi solo 1 terzo usa smartphone e tablet per archiviarle, per cui se proprio deve essere aggiornato l’equo compenso va sensibilmente ridotto”.
“Se è vero che ci sono Paesi in Europa, come Francia e Germania, dove esiste una tassa analoga (e dove l’equo compenso pesa di più che da noi), è vero che esistono Paesi dove non si è mai pagato nulla (come nel Regno Unito), e Paesi che lo hanno da poco eliminato (come la Spagna)”.
L’appello di Altroconsumo può essere firmato qui.