Apple ed Altroconsumo si vedranno in tribunale. L’ipotesi di un confronto legale tra la filiale italiana di Cupertino e l’associazione per la difesa di consumatori viene paventata in una intervista a Macitynet da Marco Pierani, responsabile delle relazioni istutizionali. «Vogliamo portare Apple davanti a un giudice civile e in tal senso abbiamo inviato ieri a tre società del gruppo Apple una diffida preliminare a inibitoria – dice a Macitynet – Prima ci sarà però un confronto al TAR Lazio presso il quale Apple cercherà di ottenere un rovesciamento delle decisioni assunte dall’Antitrust che le ha imposto una differente e più chiara menzione dei diritti di garanzia dei consumatori. Noi restiamo convinti che le pratiche commerciali di Apple per quanto riguarda la tutela dei consumatori che acquistano i suoi prodotti non siano in linea con la normativa in vigore in Italia così come in tutta Europa e intendiamo correggere questo comportamento, se necessario anche con l’intervento del Giudice ordinario».
Altronconsumo conferma anche a Macity quanto scritto nei comunicati diffusi durante la giornata di ieri e, in particolare, il mancato rispetto dell’articolo 130 del Codice del Consumo che regola i diritti di garanzia del cliente, anche se la vicenda è più complessa e stratificata: «ci sono sul piatto diverse problematiche – precisa Pierani – da una parte, come sanzionato dall’Antitrust, Apple fa una comunicazione scorretta sui diritti di garanzia dei clienti. Dire che la copertura è di un anno, come si scrive in diversi punti del suo sito, è falso; in Italia e in Europa la copertura per il cliente finale è di due anni come prescrive la garanzia legale di conformità. Apple in questo modo cerca di spingere il pacchetto Apple Care, ma lo fa fornendo una informazione fuorviante perché per diversi aspetti Apple Care duplica i diritti dei consumatori. Se il cliente vuole acquistare Apple Care deve sapere che cosa sta acquistando in più e che cosa invece è già un suo diritto; dire nella pubblicità che Apple Care porta a due anni la garanzia confonde e non chiarisce le idee del cliente. Ultimamente ci sono state alcune lievissime modifiche alla comunicazione Apple, ma a non sono sufficienti a nostro giudizio per dire che siamo su un piano di correttezza dell’informazione»
Secondo Altroconsumo Apple terrebbe un secondo comportamento sbagliato direttamente connesso proprio all’articolo 130 del Codice del Consumo che regola i diritti in garanzia: «Numerosi clienti Apple – aggiunge il rappresentante dell’associazioni dei consumatori – ci hanno fatto sapere che Apple, in qualità di venditore, quando viene riscontrato un difetto su un suo prodotto nel secondo anno di garanzia durante il quale deve valere la riparazione in difetto di conformità, chiede al cliente l’onere della prova, invece deve essere il contrario. Insomma, Apple quando le viene segnalato un problema su un computer o un dispositivo mobile, per esempio, chiede ai clienti, per tramite del rivenditore cui legalmente spetta l’onere della garanzia, che provino essi stessi per mezzo di una perizia a loro spese che il difetto deriva da un problema ad una componente e non dalla normale usura o da un utilizzo improprio, invece che assumersi l’onere di provare essa stessa la conformità, come dovrebbe fare. Questo presenta un ostacolo quasi insuperabile per il cliente che ottiene una riparazione in garanzia solo se si fa assistere da un’associazione di consumatori o da un legale».
Altroconsumo ha già messo in atto alcune iniziative che dovrebbero portare la questione al dunque. Da una parte affiancherà «l’Antitrust al TAR nel giudizio avviato dal ricorso che Apple ha inoltrato a fine febbraio e che verrà discusso in prima udienza domani – dice ancora Pierani – noi ci opponiamo strenuamente alla loro richiesta di sospensiva del provvedimento Antitrust; abbiamo contestualmente scritto una lettera di diffida con la quale chiediamo entro 15 giorni il cambiamento delle politiche seguite fino ad oggi. Ovviamente il primo appuntamento giudiziario è al TAR ma rimaniamo convinti che sia il giudice ordinario a doversi pronunciare su una lesione frontale ad un diritto primario del consumatore, quale è quello alla garanzia biennale. La nostra impressione è, infatti, che, Apple non abbia intenzione di cedere visto che non solo si oppone ai tempi dettati per la modifica alla comunicazione sui diritti di garanzia dei clienti, ma anche al contenuto stesso della disposizione del TAR. Per questa ragione ci siamo mossi anche su altri piani, allargando l’azione a livello europeo. Visto che Apple ha un comportamento omogeneo in tutto il Continente sotto il profilo delle garanzie, anche altre associazioni per la tutela dei diritti dei consumatori hanno chiesto alle autorità competenti per i territori di 11 paesi di intervenire per far rispettare le regole. Apple è un leader del mercato e questo non solo non la esenta dal rispetto delle leggi, ma le assegna un ruolo di maggior responsabilità sia perché il suo comportamento influisce su un grande numero di consumatori sia perché è in grado di determinare una sorta di benchmark per il resto dell’industria, insomma, di determinare un atteggiamento similmente scorretto da parte di suoi concorrenti, inoltre il comportamento illegittimo di Apple lede anche i venditori non Apple lasciati nella ardua scelta se accollarsi completamente i costi di gestione del post vendita in garanzia dei prodotti Apple, senza speranza di rivalersi sul produttore, oppure di non vendere i loro prodotti. Apple produce prodotti molto belli e utili ma non per questo gli si può permettere di violare frontalmente i diritti dei consumatori, spero che gli aficionados della Mela comprendano che i diritti sono un’altra cosa e non vanno calpestati da nessuno, tanto più da un leader di mercato che dovrebbe adottare standard elevati di compliance».