Goodby PowerPc. L’abbandono da parte di Apple dei PowerPC in favore degli x86, è stata un duro colpo per i sostenitori di quest’architettura, ma ora anche gli ultimi imprtanti sostenitori sembrano pronti a dare ad essa l’addio, il che potrebbe significarne la morte o se non altro la reclusione in una insignificante nicchia di una nicchia. A meditare l’abbandono dell’architettura sarebbero Microsoft che Sony che la usano per le loro console di gioco.
In base ad alcune indiscrezioni tutte e due le aziende starebbero per passare a x86 e per la precisione ad un non meglio precisato processore di AMD a 8 core con clock da 1.8GHz (i dettagli della sezione grafica non sono noti ma è probabile l’adozione di schede video 3D e con supporto per elevate risoluzioni). La Sony PlayStation 4 “Orbis”, nome in codice del successore della PSX, secondo indiscrezioni vanterà una potenza di 1.84TFLOPS e la Microsoft Xbox Next (nome in codice Durango o Loop) una capacità di 1.23TFLOPS. Diverse le scelte nel campo delle memoria RAM di serie: 4GB GDDR5 nel caso di Sony, 8GB DDR3 nel caso di Microsoft. I prezzi finali previsti per le due console (che probabilmente arriveranno per la futura stagione natalizia) si aggireranno sui 350/400$.
Tra le aziende che promuovono ancora il PowerPC c’è IBM: il supercomputer Blue Heme, Blue Gene/Q sfrutta processori PowerPC A2 con 18 core, di cui 16 sono dedicati al calcolo (rispetto ai quattro usati con Blue Gene/P, il sistema precedente), un core è assegnato alle funzioni amministrative del sistema operativo più un core ridondante di riserva, in caso di difetti sul chip.
Uno dei motivi che spinsero nel 2005 Apple ad abbandonare i PowerPC per passare ai processori Intel, era l’eccessivo consumo energetico dei processori G5: impossibili da utilizzare su notebook, tanto che Apple non ha mai potuto realizzare un computer portatile con le ultime evoluzioni delle CPU a 64 bit della famiglia PowerPC sviluppati da IBM. Progressivamente l’architettura è stata poi abbandonata anche da diversi costruttori di apparecchiature di telecomunicazioni.
[A cura di Mauro Notarianni]