La capacità dell’Isis, il famigerato stato islamico dietro ad alcuni dei più sanguinosi attacchi degli ultimi mesi, di usare le nuove tecnologie per la propaganda e per svolgere missioni armate e coordinare i propri uomini, è nota ma ora c’è una ulteriore conferma: un’app studiata appositamente per portare avanti la strategia del terrore.
Il programma, sviluppato per Android, si chiama Alrawi, che potrebbe derivare da quello di un Generale della Guardia Repubblicana irachena, che sta ora scontando una condanna a vita, o il nome dell’ex presidente di Baghdad, oppure dell’attuale governatore di Ramadi, Sohaib Alrawi. Più rilevante è lo scopo creare un canale di comunicazione privato e sicuro per riuscire a superare le censure messe in atto da diversi media e piattaforme.
In precedenza l’ISIS si era appoggiata ad app pubblicamente disponibili, come WhatsApp e Telegram, che già includono la possibilità di inviare messaggi crittografati. Il “limite” di queste app è quello di essere sempre influenzate dal controllo delle aziende responsabili del loro sviluppo; una app Android come Alrawi, invece, realizzata in modo indipendente, potrebbe significare comunicazioni molto più sicure.
Non è neppure da escludere che l’ISIS possa sviluppare app di questo genere anche per depistare i funzionari governativi impegnati nelle azioni anti-terrorismo, seminando informazioni false e confondendo l’intelligence sui prossimi obbiettivi sensibili del sedicente stato islamico.
Un’altra ipotesi, diametralmente opposta, è che siano state le stesse agenzie governative a creare l’applicazione Alrawi, nella speranza di intercettare aspiranti reclute che cercano di scaricare l’applicazione, per carpire così preziose informazioni a riguardo.