Nel corso della presentazione dei dati relativi all’ultima trimestrale fiscale – una delle migliori di sempre nella storia di Apple, con entrate pari a 91,8 miliardi di dollari e utili da primato pari a 22,2 miliardi di dollari – il CEO Tim Cook ha riferito delle possibili ricadute sulla produzione a causa del coronavirus in Cina.
Apple produce la maggior parte degli iPhone nel paese del Dragone. L’amministratore delegato di Apple ha riferito che a causa dell’allarme per la diffusione del coronavirus uno degli store nel Paese è stato chiuso e per gli altri si è deciso di adottare misure con riduzione degli orari. L’azienda sta pensando anche di restringere i viaggi del proprio personale dalla California agli stabilimenti cinesi di produzione.
Intervistato da CNBC sulla questione, Cook ha riferito che l’azienda prevede dei danni economici; per il prossimo trimestre del proprio anno fiscale Apple prevede un fatturato fra i 63 e 67 miliardi di dollari, anche per le incertezze intorno alla questione epidemia.
“Abbiamo fonti di approvvigionamento alternative e previsto piani di emergenza”, ha spiegato Cook nel corso della presentazione degli ultimi risultati finanziari, spiegando che la situazione relativa agli stabilimenti localizzati fuori da Wuhan (la città cinese dove è iniziato il contagio, ndr), non è del tutto chiara e si sta tentando di tenere conto del problema e possibili ritardi sono previsti nella guidance del prossimo trimestre fiscale. Anche la produzione di iPhone 9 (o iPhone SE 2) potrebbe subire ritardi.
Il coronavirus è motivo di preoccupazione per Apple e l’azienda ha fornito beni di sostentamento ai dipendenti dei fornitori nell’area di Wuhan ma anche ad altri dipendenti diretti che lavorano per Apple in Cina. Apple produce gran parte dei suoi prodotti in Cina e non è facile prevedere l’effetto che la questione coronavirus avrà sulle attività.
Problemi economici di questo tipo non riguardano ovviamente solo Apple ma anche altre aziende. Starbucks, ad esempio, ha annunciato la chiusura temporanea di metà dei propri punti vendita nel Paese e anche Toyota ha deciso di interrompere l’intera produzione cinese fino al 9 febbraio.