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Recensione Suitcase 7, l’App per domarle tutte (le font)

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L’ultima versione del noto pacchetto professionale per la gestione dei caratteri Suitcase 7 su Mac o Windows è oramai cavallo di battaglia di Extensis che, dopo la caduta di Adobe Type Manager con l’arrivo di OS X, ha fatto di questa App un punto di riferimento per tutto l’ambiente Mac. Le novità in questa versione sono soprattutto nella gestione delle risorse, nel sistema di registrazione e in una accattivante modalità cloud utile soprattutto a chi opera su più di un computer. L’abbiamo provato per qualche settimana, vediamone i risultati.

Suitcase Fusion 7, il nuovo che avanza

La prima novità che balza all’occhio in questa nuova versione è il sistema di registrazione e attivazione: c’è sempre l’installer per l’App per il funzionamento in locale ma, rispetto al passato, c’è (finalmente) l’abbandono del numero di serie a favore di un account Extensis (che lo vedremo servirà anche per altre cose). Questo passaggio è molto interessante, perché oltre a non costringere più ad un analogico inserimento di una stringa alfanumerica rende la copia multipiattaforma. Ogni utente infatti può installare la propria copia di Suitcase su un numero indefinito di computer (Mac o Windows), ma utilizzarne simultaneamente solo due alla volta (dello stesso utente). Sottolineiamo che anche il database si aggancia all’account, e al cambio di questo l’App chiede di ricreare un nuovo database (Vault).

Una volta aperta l’App l’interfaccia si discosta poco dalle versioni precedenti: il look è molto classico e, seppure qualche effetto di lifting appare, è chiaro che la tendenza è quella di proporre un prodotto che rimane fedele a se stesso, nel bene e nel male.

La parte centrale della finestra è dedicata alle font, nella parte sinistra sono ospitati i set e le librerie, che attingono da set di caratteri depositati da qualche parte nel disco. Ricordiamo che l’App Suitcase è solo una parte del servizio, che comprende anche un demone per OS X chiamato Font Vault che, a differenza dell’App, resta sempre attivo e mantiene le font attivate come disponibili anche quando l’App è chiusa (una novità di qualche versione fa).

L’interfaccia è abbastanza semplice, e si impara in una manciata di minuti: oltre all’elenco dei font è possibile avere una anteprima del design (su un testo personalizzato anche senza attivare la risorsa) e creare una finestra fluttuante di un carattere per osservarne il posizionamento su una App diversa. Interessante la modalità QuickComp, che mostra eleganti composizioni standard per la prova dei caratteri o Visualizzazione web per la simulazione di un carattere in una pagina web.

Ovviamente l’App permette di avere una radiografia completa dello stile e della famiglia, fattore abbastanza comodo per chi usa molte font provenienti dall’esterno e deve giocoforza destreggiarsi tra inopportuni duplicati.

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Suitcase o suitcloud?

La fase più calda dell’App è rimasta pressoché identica alle versioni precedenti: è possibile attivare una o più font sia temporaneamente (sino al riavvio) o in modo definitivo (perlomeno sino alla disattivazione manuale), come è possibile anche creare dei set di font ad hoc (magari per un progetto o per un cliente) e attivarli o disattivarli come singole font. Sono stati rinnovati i plug-in per le versioni più recenti dei principali pacchetti software (incluso il recente rilascio della versione 2015.5 di Adobe CC, come il gradito il ritorno al plug-in per QuarkXPress (10, 2015 e 2016, quest’ultimo supportato con l’update di pochi giorni fa). Novità di questa versione è l’arrivo del plug-in per After Effects, mentre manca ancora quello per PowerPoint che ci sembra una App interessante. Sottolineiamo che il plug-in serve solo a controllare l’auto attivazione, mentre per le altre App (come per il Finder) il servizio di Suitcase funziona comunque, solo che è necessario riavviare l’App dopo aver attivato la font.

La novità più importante di questa versione è però il passaggio al cloud: grazie all’account Extensis, utile per la registrazione, in pratica ogni utente ha a disposizione uno spazio nei server Extensis dove depositare i caratteri dell’archivio e sincronizzarli tra tutti i computer che utilizzano lo stesso account (e la stessa versione di Suitcase). Il che significa, in soldoni, che aggiunto un font alla libreria nell’iMac, questo appare anche in quella del portatile, e si può attivare e disattivare a piacimento. Provata praticamente subito la funzione (la sincronizzazione va attivata manualmente) questa ci ha messo una manciata di minuti per analizzare la libreria nell’iMac e riportarla sul MacBook Pro (entrambi con OS X El Capitan) pronta per l’uso, in modo pulito e del tutto trasparente.

Fedele alla tradizione

Questa nuova versione di Suitcase è sostanzialmente un aggiornamento alla versione precedente, con novità che, considerato il prezzo, convincono senza indugi all’upgrade praticamente per tutti gli utenti. In più di una settimana di utilizzo intenso con Photoshop, QuarkXPress, InDesign e Illustrator il sistema non ha mai dato segno di imbarazzo e tutto è filato liscio, anche se chi scrive queste righe dopo qualche giorno ha deciso di togliere il plug-in per Photoshop perché era ridondante. La funzione cloud è davvero interessante e la copertura per le App molto buona, anche se con qualche esclusione. Un maggior coraggio nell’interfaccia sarebbe stata per noi una lieta notizia, ma considerando che si tratta di un servizio che diventa, dopo poco, praticamente trasparente è più un vezzo che una mancanza vera e propria.

Potete trovare Suitcase 7 in tutti i negozi di elettronica al costo di 59,95 Euro (come upgrade) o 109,95 Euro (versione full) e nel sito del produttore: per l’Italia il prodotto è distribuito da Pico. Per chi volesse approfondire l’argomento caratteri su Mac raccomandiamo “Il Mac secondo me”, il libro elettronico disponibile per iBooks Store oppure Amazon Kindle Store in vendita a 5,99 Euro.

[usrlist Design:4 Facilità-d’uso:4 Prestazioni:4 Qualità/Prezzo:4.5]

Pro:

  • Elegante e semplice
  • La funzione cloud è un toccasana per chi usa più Mac
  • I servizi di anteprima sono ottimi
  • Plug-in per QuarkXPress e Adobe After Effects

Contro:

  • L’interfaccia classica forse avrebbe bisogno di più coraggio
  • Manca il plug-in per PowerPoint

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