Che Matteo Renzi fosse un fan Apple, lo si sapeva, ma ora c’è la prova provata: un MacBook Air 13″, un iPhone e un iPad mini usati in contemporanea durante la seduta per la fiducia alla camera.
L’iPresidente del consiglio sciorina una gamma, quasi completa di dispositivi Apple, uno per genere, (mancherebbe un desktop ma non è che si può pretendere fino a quel punto) in una serie di immagini pubblicate sia dal Corriere della Sera che da Repubblica. In una sequenza, Renzi prima estrae dalla sua borsa un caricabatterie con Magasfe, poi il MacBook Air e poi l’iPhone, apparentemente un iPhone 5, e poi l’iPad mini (Retina o no, non possiamo dirlo). Dopo di che, in attesa che parta il dibattito, comincia a lavorare sull’iPhone, con una cover con aletta di protezione, e poi sul MacBook Air. Intanto accanto a lui sia Marianna Madia, ministro della Pubblica Amministrazione, e Roberta Pinotti, ministro della difesa, sciorinano altri prodotti Apple, iPhone e iPad in particolare.
Come accennato Matteo Renzi è dichiaratamente un fan del mondo Apple ed un “seguace” della filosofia di Steve Jobs. Del fondatore di Apple, il neo presidente del consiglio parla nel suo libro Stil Novo, ma sono innumerevoli le citazioni riservate a chi ha inventato la leggenda di Apple. Renzi dedicò un pensiero a Jobs nel giorno della sua morte, dalla sua pagina Facebook, scrivendo “Ha osato il futuro, ha rivoluzionato il mondo. Steve Jobs da Cupertino è stato il Leonardo da Vinci del nostro tempo. Stay hungry, Stay foolish. Grazie Steve!”. Renzi ha anche provato a portare Apple Store in piazza della Repubblica a Firenze, operazione poi bloccata dal regolamento comunale.
Un bell’articolo su Renzi e la filosofia di Jobs, si trova su Cerazade, il blog de Il Foglio, scritto da Claudio Cerasa, che a sua volta (detto per inciso), aveva scritto alla morte di Jobs uno dei migliori pezzi in assoluto, non solo a livello italiano, almeno a nostro giudizio, sulla figura del fondatore di Apple
Molte altre immagini che testimoniano la fede informatica di Renzi. sono sul Corriere della Sera che da Repubblica.