L’autorità antitrust cinese ha annunciato di avere predisposto una multa di 18,2 miliardi di yuan (circa 3,3 miliardi di euro) ad Alibaba – multinazionale attiva in vari campi del commercio elettrico – per “sospetto comportamento monopolistico”.
In un comunicato pubblicato sul sito dell’autorità antitrust si afferma indagini avrebbero dimostrato l’esistenza di policy per eliminare e restringere la concorrenza, ostacolando l’innovazione nel settore delle piattaforme del commercio al dettaglio online. In altre parole Alibaba è stata ritenuta colpevole di obbligare i venditori a firmare contratti esclusivi impedendo che beni venduti sulla piattaforma in questione potevano essere venduti anche su piattaforme concorrenti.
Come conseguenza del termine delle indagini, l’autorità ha deciso di sanzionare l’azienda in ottemperanza alla locale legge contro i monopoli, ordinando di cessare attività illegali e pagare un’ammenda corrispondente al 4% delle vendite sul mercato interno. Il New York Times riferisce che la multa in questione non mette in pericolo le finanze del colosso del commercio elettronico ma è superiore ai 975 milioni di dollari che il governo cinese ha inflitto a Qualcomm nel 2015 per violazione della legge sul monopolio. In una dichiarazione al giornale statunitense, un portavoce dell’azienda cinese ha riferito che accetteranno la sanzione e che in futuro staranno attenti a tenere conto meglio “delle proprie responsabilità sociali”.
La sanzione in questione è solo l’ultimo episodio di una strategia del governo per fare capire chi comanda nel paese: un segnale inviato ai vari colossi del mondo IT e dell’e-commerce. L’indagine era scattata poco dopo che il fondatore di Alibaba, Jack Ma, aveva tenuto un discorso decisamente critico nei confronti del governo cinese e del sistema normativo e burocratico del Paese del Dragone, evidenziando l’impossibilità di innovare senza rischi e ampie riforme. A dicembre dello scorso anno l’ente regolatore del mercato cinese ha annunciato di avere multato Alibaba e China Literature (spin-off di Tencent che si occupa di e-book) per non aver richiesto preventivamente l’autorizzazione riguardo ai precedenti accordi di acquisizione.