Uno studio su 34 delle più popolari app Android porta alla luce una problematica non nuova, ma sempre attuale: che lo vogliate o no, almeno 20 tra questi applicativi inviano dati a Facebook anche senza il vostro consenso. Ecco alcuni esempi.
Non si parla di applicazioni sconosciute o poco utilizzate, bens+ di app note, come Kayak, MyFitnessPal, Skyscanner e perfino TripAdvisor. Il Financial Times riporta che i dati vengono trasmessi non appena l’applicazione viene aperta, anche nel caso in cui l’utente non abbia prestato il consenso.
Le informazioni inviate immediatamente al social network riguardano il nome dell’applicazione, l’identificazione univoca dell’utente con Google e il numero di volte in cui l’applicazione viene stata aperta e chiusa da quando è stata scaricata. Alcune, come Kayak, inviano informazioni dettagliate sulle ricerche dei voli, comprese le date del viaggio, il numero di figli dell’utente e quali voli e destinazioni sono stati ricercati.
Si tratta di una violazione di tutte le attuali leggi europee sulla privacy, e del regolamento sulla protezione dei dati GDPR. Questo prevede che gli utenti debbano fornire il loro esplicito consenso alla raccolta dei dati personali. Non sono solo gli utenti interessati dal problema: gli sviluppatori di queste app sono potenzialmente passibili di una multa massima pari al 4% del loro fatturato annuo.
Diversi sviluppatori di applicazioni hanno rappresentato il problema a Facebook da maggio, con la segnalazione di bug sulla piattaforma di sviluppo di Facebook. Anche se il social network ha successivamente evidenziato che un aggiornamento SDK avrebbe risolto il problema, molte applicazioni tra le più popolari non lo utilizzano ancora e il problema permane.
Tra le altre app incriminate anche Qibla Connect (un’applicazione per la preghiera musulmana), Period Tracker Clue, Indeed, My Talking Tom e altre ancora.
Da notare, che il problema non sembra verificarsi con le versioni iOS delle applicazioni.