Il governo del Regno Unito sta spingendo per attirare aziende AI nello Stato insulare modificando allo scopo esistenti leggi sul copyright. Tra i cambiamenti in atto, alcune novità dovrebbero riguardare la possibilità di addestrare modelli AI partendo da contenuti creati da artisti che si trovano online, senza il loro permesso o la necessità di pagare questi ultimi, a meno che i creator non specificano espressamente di essere esclusi.
Per protestare contro questa possibilità offerta alle AI, 1000 musicisti hanno presentato un “album silenzioso”; l’album – intitolato – “Is This What We Want?”, include tracce di Kate Bush, Imogen Heap, e compositori di musica classica contemporanea quali Max Richter e Thomas Hewitt Jones; nei co-credit sono indicati i nomi di centinaia di artisti quali Annie Lennox, Damon Albarn, Billy Ocean, The Clash, Mystery Jets, Yusuf / Cat Stevens, Riz Ahmed, Tori Amos e Hans Zimmer.
L’album, come è facile immaginare, non è una raccolta musicale: sono tracce sostanzialmente vuote, una rappresentazione simbolica di quello che, a detta degli artisti, comporterà l’impatto dei cambiamenti alla legge sul copyright.
“Potete sentite il mio gatto che si sposta”, riferisce Hewitt Jones descrivendo il suo contributo all’album. “Nel mio studio ho due gatti che mi tormentano tutto il giorno quando lavoro”.
Per rendere più chiaro il messaggio, i titoli delle 12 tracce formano un messaggio: “The British government must not legalize music theft to benefit AI companies”.
L’album silenzioso è solo l’ultima di una serie di iniziative per porre l’attenzione sul problema della violazione del copyright nell’addestramento delle AI. Proteste simili sono nate anche negli Stati Uniti evidenziando preoccupazioni generali.
Nel Vecchio Continente la European Guild For Artificial Intelligence Regulation riunisce professionisti in vari settori creativi, associazioni di categoria, aziende e case editrici, e mira all’introduzione del “training right”, la creazione di specifiche norme nel rispetto del lavoro dei vari professionisti del settore, ma anche delle loro sensibilità, ricerche, conoscenze e dei loro pensieri critici. Delegare tutto questo alle AI non può che portare a un appiattimento e a effetti deleteri sulla società in generale.
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