Quando afferriamo un oggetto noi esseri umani non dobbiamo prima pensare come orientare la mano: è una abilita che impariamo nei primi mesi di vita, sviluppando sempre più da neonati le capacità di coordinazione per raccogliere e tenere le cose saldamente nelle mani, con movimenti istintivi.
Queste capacità di movimento e coordinate per noi naturali son complicate da imitare anche per i robot odierni più avanzati, qualcosa che potrebbe in futuro cambiare grazie a un team di ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT (Massachusetts Institute of Technology) che ha sviluppato un sistema che potrebbe permettere di dare ai robot capacità di destrezza nell’uso degli arti simili a quelle umane.
Il sistema ideato dai ricercatori del MIT sfrutta algoritmi AI con l’apprendimento per rinforzo, una tecnica di apprendimento automatico che mira a realizzare agenti autonomi in grado di scegliere azioni da compiere per il conseguimento di determinati obiettivi tramite interazione con l’ambiente in cui sono immersi.
Usando un algoritmo AI di reinforcement learning, i ricercatori hanno simulato la creazione di un arto antropomorfo in grado di manipolare oltre 2000 tipologie di oggetti, e l’aspetto interessante è che non deve necessariamente sapere cosa sta per prendere l’arto prima di attivare il movimento.
Il sistema non è ancora pronto per l’uso nel mondo reale, ma quanto finora simulato deve essere trasferito in un vero e proprio robot. Secondo i ricercatori il sistema consente ad ogni modo di orientare piccoli oggetti, inclusi oggetti quali palline da tennis e mele (tasso di successo di quasi il 100%), ma ha ancora difficoltà con oggetti quali cacciativi e forbici (il tasso di successo scende al 30%). Le potenzialità sono interessanti: un piccolo passo alla stregua di un neonato che inizia a lavorare intensamente su questa abilità nei primi mesi di vita e fa fa passi da gigante ogni mese che passa.
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