A ottobre di quest’anno, Apple ha presentato la terza generazione degli auricolari wireless AirPods (qui la nostra recensione), offrendo un design aggiornato, il supporto per l’equalizzazione adattiva, l’audio spaziale e altre novità.
Gary Geaves – vice presidente di Apple responsabile Acoustics, e Eric Treski del Product Marketing Team della Mela, sono stati intervistati da What HiFi (via 9to5Mac) evidenziando alcune delle tecnologie sfruttate nella progettazione dei nuovi auricolari, sottolineando come il Bluetooth possa rappresentare un collo di bottiglia limitante le prestazioni di questi accessori.
Geaves spiega che gli AirPods 3 sono stati creati sfruttando componenti tutti completamenti realizzati “in casa”, senza ricorrere a nessun elemento già disponibile. Apple utilizza un “complesso sistema acustico”, con microfoni interni che rivelano e tarano “accuratamente” le frequenze basse e medie, e un amplificatore personalizzato ad alta gamma dinamica, tutto allo scopo di offrire la migliore qualità audio possibile. Apple riesce a ottimizzare il suono grazie ai diversi componenti hardware e, come sottolinea What HiFi, l’unica attuale limitazione sembra essere il Bluetooth.
Alla richiesta se questo standard di tarsmissione a corto raggio abbia limitato l’hardware di Apple, “soffocando” in qualche modo la qualità audio, Geaves è rimasto sul vago ma ammesso che l’azienda si è concentrata molto per cercare di ottenere il massimo possibile dal Bluetooth, e che è ad ogni modo corretto affermare che “vorrebbe maggiore larghezza di banda”.
“Ovviamente la tecnologia wireless è essenziale per la distribuzione dei contenuti di cui parli”, ha riferito Geaves all’intervistatore; “ma anche elementi quali la latenza che si verifica quando muovi la testa, che se è troppo lunga, tra te che muovi la testa e il suono che cambia o rimane statico, ti farà sentire piuttosto male; ci siamo pertanto concentrati duramente per spremere al massimo quello che è possibile ottenere dalla tecnologia Bluetooth, e ci sono vari trucchi che è possibile sfruttare per massimizzare o aggirare alcuni limiti. È ad ogni modo corretto affermare che vorremmo più banda e… mi fermo qui. Vorremmo più larghezza di banda”, ha concluso la frase sorridendo il responsabile della divisione Acoustics di Apple.
Nella fase di concettualizzazione degli AirPods 3, Geaves ha riferito ancora che il team di Apple ha studiato in maniera molto approfondita i punti di forza degli AirPods di seconda generazione; l’equalizzazione adattiva che calibra automaticamente la musica in base alla forma dell’orecchio dell’utente è uno dei punti di forza degli auricolari e il sistema di sigillatura ha comportato una sfida per il team audio dell’azienda.
Giacché non tutte le orecchie sono uguali, Geaves ha riferito che l’esperienza audio con il suono è “notevolmente diversa” per ogni persona, in particolare per quanto riguarda i bassi, un elemento che ha portato Apple ad aggiungere l’equalizzazione adattiva, clibrando la musica in base alla forma dell’orecchio, una funzionalità degli AirPods Pro sugli AirPods 3.
Quando progetta hardware audio, Apple spiega che lavora sulla base di “forti fondamenti analitici”, effettuando “numerose misurazioni” e “approfondite ricerche statistiche”, fornendo una “acustica risposta analitica interna” di cui tenere conto. Il responsabile di Apple riferisce ancora di essere consapevole che la musica “è un’esperienza emozionale con la quale le persone si connettono a un livello molto profondo”, sottolineando che l’azienda lavora con team di esperti che comprendono, tra gli altri, accordatori e “ascoltatori” critici che aiutano a rendere più raffinato il suono dei vari prodotti, incluso quello dei nuovi AirPods 3.