Come va il mercato dei libri in Italia? Per la prima volta l’AIE, l’Associazione italiana editori, diffonde dati che comprendono anche una stima del peso di Amazon sul mercato, sia per gli ebook che per la vendita di libri fisici che ebook.
In sintesi, la libreria si conferma il luogo prescelto dagli italiani, cresce (e di parecchio) l’e-commerce, mentre crolla la Grande distribuzione. Nel 2016 il mercato del libri di varia, quindi praticamente tutti i libri tranne gli scolastici, i tecnico-universitari e le strenne, nei canale trade, cioè librerie, librerie online e grande distribuzione organizzata ha segnato un +2.3% (su libri di carta, e-book e audiolibri) raggiungendo così quota 1,283 milioni di euro.
Le notizie però non sono tutte positive, se si guarda anche la lettura oltre che la produzione e l’acquisto (cioè il valore economico del mercato). Infatti, dal punto di vista della lettura, fa sapere l’AIE anticipando i dati che verranno presentati ufficialmente domani nella giornata conclusiva del XXXIV Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri in programma a Venezia, la lettura fa segnare complessivamente un –3,1% rispetto al 2015 (da 24,051 milioni i lettori scendono a 23,300 milioni nel 2016), dopo il +1,2% dell’anno precedente. I lettori forti rimangono stabili, mentre la flessione colpisce soprattutto i lettori deboli e quelli occasionali.
Come vanno gli ebook
Non ci sono solo i libri di carta ma anche quelli digitali, letti su dispositivi di vario genere: ereader tradizionali ma sempre più anche smartphone e tablet. Gli ebook (e gli audiolibri) valgono 62 milioni di euro nel 2016, ovvero il 5,1% delle vendite trade (+21% sul 2015). Gli ebook (e gli audiolibri) non compensano però il calo delle vendite di libri registrate dal 2011 ma accentuano il segno positivo del mercato con un +2,3%, portando a un fatturato complessivo di 1,283 miliardi di euro.
Nell’uso dei dispositivi per la lettura la crescita secondo AIE è ancora più evidente: il 10% degli italiani nel 2016 leggono su dispositivi, in crescita rispetto all’8,9% del 2015 e al 2,9% del 2010. Lo split di questa percentuale è semplice: fatto 100 il totale dei lettori di libri digitali, solo il 7,3% usa eReader, mentre il 64,4% usano gli smartphone, seguiti dal 28,3% con i tablet.
L’uso di ebook reader è dunque residuale tra i lettori di ebook, che invece preferiscono utilizzare le app del proprio telefono smart o del proprio tablet. Questi dati comunque tengono conto di una valutazione solo approssimata di quanti effettivamente utilizzino Kindle di Amazon, perché l’azienda americana non fornisce dati a nessuno e non è quindi possibile sapere l’effettivo numero di apparecchi Kindle in circolazione nel nostro Paese.
Il ruolo di Amazon e il mercato
A causa della politica di non divulgazione dei dati, è difficile rilevare l’effettivo peso di Amazon sul mercato italiano. Ci ha provato AIE mettendo assieme differenti fonti. Secondo l’associazione degli editori italiani, se si aggiunge la stima del possibile valore di Amazon in Italia (circa 120 milioni solo per il libro fisico di varia) nel 2016 il fatturato complessivo del mercato dei libri di carta arriva circa a 1,337 miliardi di euro. Si tratta di un valore di circa 100 milioni inferiore rispetto agli anni 2010 e 2011, quando Amazon era appena arrivato in Italia. Calano invece le copie vendute, che si fermano a 86,4 milioni nel 2016 (dati Nielsen), un valore che sale a 87,5 milioni se si sommano anche quelle vendute dalle librerie e punti vendita più piccoli e “marginali”.
Da questo punto di vista è interessante notare come si sta riconfigurando negli ultumi anni il mercato della distribuzione: la libreria si conferma il luogo prescelto dagli italiani, cresce (molto l’ecommerce, crolla la grande distribuzione. Nel nostro Paese si continua a comprare i libri in libreria, indipendente o di catena, che occupa quasi tre quarti degli acquisti (il 72,8%). Crescono le performance delle librerie di catena, decrescono quelle delle librerie a conduzione familiare. A essere in grande difficoltà però è la grande distribuzione organizzata (GDO) che si riduce al 10,7% (nel 2010 era il 16,3%, ancora lo scorso anno pesava il 13,9%). Guadagna molto l’ecommerce, che oggi pesa per il 16,5% (nel 2010 era il 5,1%, lo scorso anno il 13,9%).
A livello mondiale comunque il mercato italiano è quello che registra il dato positivo inferiore. Il Regno Unito segna +2,5%, gli Stati Uniti +3,3% e la Russia +8% (dovuto a un forte aumento dei prezzi).
Quanti libri si fanno in Italia?
Molto interessante il dato di quanti libri effettivamente si producano e pubblichino nel nostro Paese, tra quelli scritti qui e quelli tradotti. Un dato sorprendente: nel 2016 gli editori hanno pubblicato 66.505 titoli, a cui aggiungere oltre 2.400 file disponibili su Audible (per un confronto i libri erano 59.198 nel 2010). A questi si aggiungono i 74.020 titoli ebook, fortemente in crescita sul 2015 (erano 56.145) e otto volte di più rispetto al 2010 (quando erano solo 9.076).
Ma il cambiamento è ancora più evidente se si confronta la produzione rispetto al 1980: si è passati da 13.203 titoli ai 66.505 attuali. In particolare la narrativa, che oggi conta 18.517 titoli, nel 1980 si fermava a 1.087 titoli e i libri per bambini, oggi stimati in 6.457, costituiscono un numero decuplicato rispetto ai 612 del 1980.
Indice di lettura
Ambivalente infine il dato degli indici di lettura: –3,1% rispetto al 2015, perché si passa da 24,051 milioni di lettori a 23,300 milioni. Il rapporto 2015 su 2014 aveva invece segno posivito, con un +1.2% anno su anno segnato nel 2015. Rimangono sostanzialmente stabili i forti lettori (da 3,298 nel 2015 diventano 3,285 milioni nel 2016) mentre la flessione maggiore riguarda i deboli e occasionali lettori.
Leggono di più i più giovani e i più adulti (o “giovani anziani”). Le fasce più giovani della popolazioni infatti continuano a leggere più della media nazionale: è il 47,3% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni che legge almeno un libro all’anno mentre nella restante parte della popolazione la percentuale di penetrazione scende al 39,5%. Fatto però 100 il numero di lettori complessivi, la fascia d’età in cui si registra la crescita maggiore è quello degli Over60 (i “giovani anziani”) con un +9,6% rispetto al 2010, mentre cala la quota di lettori nella fascia tra i 25 e i 44 anni con un –25,4%. Segno delle trasformazioni demografiche, invecchiamento della popolazione, onda lunga della scolarizzazione degli anni Sessanta e Settanta.