«I modelli di Intelligenza Artificiale AI non diventeranno mai consapevoli e non finiremo come in Terminator» questo pensiero o battuta che chiude diverse discussioni e articoli sull’argomento secondo Brad Smith, Presidente Microsoft, è tutt’altro che banale, anzi è un pericolo reale e concreto, tanto che conviene pensare subito a prevenirlo e a strumenti da usare in caso di necessità.
Cosa dovrebbero avere in comune l’intelligenza artificiale e il latte in vendita al supermercato? la sicurezza nel loro utilizzo. E con un treno? il fatto che anche l’AI dovrebbe avere un freno di emergenza.
Due analogie che il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha utilizzato per mostare al periodico spagnolo El País le luci e le ombre di una tecnologia che nel bene e nel male si sta insediando in maniera massiccia in tutti i settori. E se è vero che non possiamo fermarne lo sviluppo, allora è ancora più importante mettersi al lavoro – e subito, dice – per evitare che l’umanità rischi di vivere una esperienza alla Terminator.
Secondo Smith la possibilità che la trama del film Terminator diretto nell’84 da James Cameron si realizzi davvero non è neppure troppo remota: sebbene infatti l’intelligenza artificiale abbia molti usi meritevoli, c’è anche chi ne sfrutta le capacità per portare a termine con successo truffe tramite deepfake e attacchi informatici. E questo potrebbe essere solo l’inizio di una nuova ondata di malware e nuovi attacchi basati o creati con l’ausilio di AI.
Ironia della sorte? non proprio
Nella lunga intervista si toccano un po’ tutti i temi, dal fatto che AI sostituirà i dipendenti in svariati settori, al rischio che una macchina possa arrivare a pensare da sola e decidere «di schiavizzare o estinguere l’umanità».
È curioso – dice – come spesso la vita imiti l’arte: ci sono più di 50 film con questa stessa trama, e in tutti l’umanità reagisce «spegnendo la macchina. Cosa ci dice questo? che è meglio avere a disposizione un modo per poter rallentare o disattivare l’intelligenza artificiale».
Insomma: dopo quasi 2.000 anni siamo ancora qui, come il poeta romano Giovenale in Satira VI, a chiederci “Quis custodiet ipsos custodes?”, chi controlla il controllore? Smith è dell’avviso che dovremmo essere noi, e dovremmo farlo adesso.
Non c’è bisogno di aspettare domani per risolvere i problemi di domani – avvisa il dirigente – facendo proprio l’esempio dei treni: non possiamo rinunciarvi per viaggiare, ma se saliamo a bordo con tranquillità è proprio perché sappiamo che, se c’è bisogno, l’autista può tirare la leva del freno di emergenza.
Il pesce piccolo rischia di più (come sempre)
Oltre a questo l’intelligenza artificiale va regolamentata, molto di più di quanto fatto fino ad oggi con l’AI Act europeo e la sua legge gemella negli USA: perché se è vero che Microsoft, tra le aziende di maggior valore al mondo, non avrà difficoltà ad occuparsi di metterla a norma, le startup invece rischiano «di essere danneggiate da una regolamentazione inadeguata».
Ed è qui che spunta fuori il latte: «Quando compriamo un cartone di latte al supermercato, lo compriamo senza preoccuparci se è sicuro da bere, perché sappiamo che esiste un livello di sicurezza per la sua regolamentazione». Di conseguenza se l’AI «è, come penso, la tecnologia più avanzata del pianeta, non penso che sia irragionevole chiedere che abbia almeno le stesse norme di sicurezza che abbiamo per un cartone di latte».
Come dargli torto? d’altronde almeno 5 milioni di italiani sono di questo stesso avviso. Tutte le notizie che parlano di Intelligenza Artificiale, chatbot, chip AI sono nella sezione dedicata di macitynet.