Per riparare e recuperare una vecchia foto di famiglia data ormai per spacciata non serve più buttare mezza giornata su Photoshop (sempre che si sappia come usarlo): da oggi basta darla in pasto all’Intelligenza Artificiale(AI) e il risultato sarà quasi sempre garantito.
Esiste infatti uno strumento costruito da un gruppo di ricercatori che si chiama GFP-GAN (acronimo di Generative Facial Prior-Generative Adversarial Network) recentemente balzato agli onori della cronaca per la sua formidabile capacità di riparare la maggior parte delle vecchie foto in pochi secondi. E lo fa gratuitamente.
Esistono già alcune tecnologie che permettono di fare la stessa cosa, ma con scarso successo o comunque con risultati di bassa qualità. Questo nuovo sistema invece – dicono – è in grado non solo di riparare ma persino di ricostruire le immagini riempiendo i dettagli mancanti con elevata precisione.
L’obiettivo viene raggiunto mettendo insieme due modelli di intelligenza artificiale, uno dei quali è «una versione pre-addestrata» chiamata StileGAN-2 di NVIDIA che ha il compito di guidare la ricostruzione dell’immagine durante le varie fasi. La tecnica è nata con lo scopo di preservare “l’identità” delle persone che compaiono nelle foto ed è stata addestrata per porre particolare attenzione ai tratti del viso, come gli occhi e la bocca.
Il progetto promette bene ma deve ancora maturare per raggiungere la perfezione. Al momento infatti dicono che sia vincolato dalle attuali tecnologie di Intelligenza Artificiale che, nonostante la sorprendente accuratezza, si muovono ancora facendo “ipotesi plausibili” riguardo i contenuti mancanti.
Qualcosa del genere lo avevamo già visto qualche anno fa col progetto ThisPersonDoesNotExist, dove l’AI è in grado di “inventare” volti. Questo significa che nelle foto più disastrose il risultato finale potrebbe portare a un «leggero cambio d’identità» e una risoluzione inferiore a quella che si potrebbe desiderare.
Il video dimostrativo (qui sopra) è comunque impressionante, specie quando l’AI ricostruisce quel che c’è sotto un’immagine pixellata. Sebbene in questo contesto e allo stato attuale non sia ancora in grado di recuperare fedelmente le immagini, in base alla foto di partenza in alcuni casi i soggetti ritratti rischiano di cambiare leggermente connotati o addirittura identità, l’impressione è che in un futuro non troppo lontano la precisione possa migliorare ulteriormente.
A quel punto sarà meglio aver fatto sparire dai social network e da internet tutte quelle immagini che sono state mascherate con dei pixel per proteggere i minori e oscurare alcuni dettagli che si vorrebbero continuare a mantenere privati. Nel frattempo, chi vuole può provare gratuitamente la versione dimostrativa da qui: c’è anche il codice a disposizione degli sviluppatori che desiderano implementare questa tecnologia di restauro delle immagini nei propri software.
Se volete approfondire l’argomento, abbiamo pubblicato una guida ai migliori libri per capire l’intelligenza artificiale. Altre informazioni le trovate in questa sezione del nostro sito.